Approvati a maggioranza (sì di Pd e SI, astensione di Lega nord e M5s) dalla commissione Territorio, presieduta da Manuela Rontini, i 39 articoli che compongono il progetto di legge in materia di edilizia, che va a modificare le leggi regionali 15/2013, “Semplificazione della disciplina edilizia”, e 23/2004, “Vigilanza e controllo dell’attività edilizia”, recependo recenti interventi normativi statali.
Passano anche 42 emendamenti al testo, 37 presentati dalla Giunta regionale, quattro da Massimo Iotti (Pd) e uno da Tommaso Foti (Fdi-An), emendamenti condivisi – evidenzia Giorgio Pruccoli (Pd), relatore di maggioranza del provvedimento (relatore di minoranza è Massimiliano Pompignoli della Lega) – nel Tavolo di coordinamento dove sono presenti i Comuni, le imprese e i professionisti.
Il provvedimento, che punta a semplificare le procedure sia concentrando le funzioni nello Sportello unico dell’edilizia, sia adottando una modulistica standardizzata, sarà vagliato dall’Aula nella prossima seduta del 20/21 giugno.
Approvata dalla commissione (voto favorevole del Pd, contrario del misto-MdP, astenuti SI, Lega nord, M5s) anche una risoluzione presentata da Pruccoli (primo firmatario), Rontini, Katia Tarasconi, Enrico Campedelli, Alessandro Cardinali, Paolo Zoffoli e Nadia Rossi, tutti del Pd.
Il documento, nato nell’immediato post-terremoto che ha colpito il centro Italia, – spiega Pruccoli – chiede alla Giunta di intervenire nei confronti dello Stato, titolare della funzione legislativa in materia di tutela del territorio, sostenendo l’opportunità di varare una normativa che consenta di ritenere “sostanzialmente irrilevanti alcuni abusi minori ormai storicizzati, allineando la situazione di fatto a quella di diritto e permettendo dunque di usufruire delle agevolazioni per il ripristino degli edifici esistenti”. A maggior ragione – prosegue – alla luce della nuova legge regionale che interviene in questo ambito fungendo da apripista.
Il tema, insomma, fa riferimento a quelle misure tecniche, fiscali e economiche dirette, da un lato, a incentivare l’adeguamento di tutte le strutture edilizie, con l’obiettivo della sicurezza dei cittadini e la riduzione dei danni dovuti a eventi calamitosi, e, dall’altro lato, a eliminare le barriere architettoniche, a migliorare le prestazioni energetiche e a recuperare e riqualificare il tessuto edilizio. Tuttavia per procedere con qualsiasi intervento edilizio su manufatti esistenti – si legge nel testo – bisogna dimostrare il “cosiddetto stato legittimo”, “se così non fosse, infatti, gli interventi eseguiti su opere abusive rappresenterebbero una ripresa dell’attività abusiva”, eppure “molti degli edifici del patrimonio immobiliare italiano presentano piccole difformità anche datate nel tempo o mai rilevate che costituiscono abusi, la cui presenza renderebbe impossibile fruire delle agevolazioni del provvedimento governativo cosiddetto ‘Casa Italia’, se non a seguito di lunghe sanatorie e con costi spesso proibitivi”. Nella risoluzione si citano quindi queste “lievi difformità, quali il maggiore o minore dimensionamento dell’edificio; l’inesatta collocazione sul lotto per effetto di traslazioni o rotazioni dell’edificio; la mancata o difforme realizzazione di elementi architettonici non strutturali; l’inesatta ubicazione di murature, pareti interne, aperture, balconi o simili; l’esecuzione di opere in assenza di titolo, oggi rientranti nella manutenzione ordinaria e straordinaria; l’erronea rappresentazione grafica o l’erronea indicazione dei necessari elementi dimensionali”.
Iotti (Pd) prende la parola affermando di “aderire pienamente allo spirito della risoluzione”, mentre Marco Pettazzoni (Ln), pur concordando sul senso generale del documento, rileva discrepanze tra l’illustrazione di Pruccoli e quanto invece sta scritto nel testo: l’impressione – commenta – è quella di “una sanatoria più vasta riferibile non solo ad abusi minori, ma a difformità più importanti”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Silvia Piccinini (M5s).
A margine della Commissione, Rontini ha commentato positivamente il testo approvato che “va nella direzione di un’ulteriore semplificazione della normativa edilizia che consegna ai cittadini e ai professionisti strumenti più chiari, univoci e veloci”.
(Antonella Celletti)