La maggioranza di centrosinistra apprezza il Defr 2025, sottolineando l’impegno della Regione nel coniugare sviluppo economico e tenuta del tessuto sociale emiliano-romagnolo, a partire dalla sanità pubblica, dal welfare, dalla cura del territorio e dalle politiche per l’affitto; l’opposizione di centrodestra, al contrario, ne critica l’impostazione, rimarcando come non ci siano salti di qualità rispetto al passato e il ricorso alla leva fiscale sia solo un modo per coprire gli errori politici compiuti.
Continua in Assemblea legislativa la discussione sul Defr 2025 della Regione, il Documento di programmazione economica che, insieme a sanità e welfare, fra le altre cose, prevede il supporto al trasporto pubblico locale, il rafforzamento e l’innovazione delle politiche per la casa, elemento essenziale della coesione sociale e dello sviluppo sostenibile, nonché il sostegno ai servizi educativi, di conciliazione e di inclusione rivolti alle famiglie (con particolare riferimento al segmento 0-3 anni, ai centri estivi e all’assistenza scolastica per studenti con disabilità).
Interviene Eleonora Proni (Partito democratico): “Con questo documento si compiono scelte forti e responsabili; l’obiettivo è quello di proseguire sul cammino dell’innovazione del sistema economico e sociale, con attenzione, in particolare, alla sicurezza del territorio. Gli eventi alluvionali di questi anni ci spingono ad accrescere la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici. Intendiamo avviare una stagione di riforme; l’aspetto della cura fa muovere il nostro agire e pensiamo a soluzioni efficaci sempre mettendo al centro il cittadino”.
Sulla stessa linea Anna Fornili (Partito democratico): “La più importante risorsa sono le persone, la nostra regione deve continuare a puntare sull’innovazione ma allo stesso tempo non dobbiamo lasciare indietro nessuno, con particolare attenzione alla crisi demografica e al progressivo invecchiamento della popolazione. Importante, quindi, rafforzare le politiche sociali, a partire dal tema della non autosufficienza, dobbiamo poi permettere alle donne di scegliere, a partire dalla questione del lavoro, serve sostenere le famiglie, nei prossimi anni gli investimenti saranno particolarmente consistenti, a partire dai servizi collegati alla prima infanzia”.
Per Giovanni Gordini (Civici con de Pascale) “l’Emilia-Romagna ha scelto di investire nel welfare, ricollegandosi ai temi della sanità e dell’ambiente. Il mondo sta cambiando, c’è un nuovo ordine mondiale e anche il governo italiano sta limitando le libertà di tutti noi, come sta accadendo con il decreto sulla sicurezza. Nella nostra regione siamo invece sempre più ancorati al concetto di comunità solidale, con al centro il tema della solidarietà; la priorità è quella di proteggere i più deboli, anche contro i populismi”.
Paolo Burani (AVS) ha sottolineato: “Per noi sono tre le priorità del Defr. Per prima cosa una sanità pubblica universale e preventiva: a fronte del sottofinanziamento statale, l’Emilia-Romagna, al contrario, ha scelto di investire. In seconda battuta il welfare e il sostegno a non autosufficienza, coesione sociale e cura della fragilità. Terza, ma non ultima, la sicurezza territoriale e ambientale: abbiamo previsto 125 milioni di euro di investimenti. È urgente rivedere la legge urbanistica e, anche alla luce del cambiamento climatico, occorre una sempre maggiore integrazione tra piani urbanistici e politiche agricole e ambientali. Da qui i miei emendamenti per prevedere azioni volte al ripristino degli ecosistemi naturali e per avviare programmi mirati per il recupero delle aree danneggiate da attività umane e clima. La transizione ecologica è l’unica strada possibile per coniugare giustizia ambientale e giustizia sociale”.
Per Fausto Gianella (FdI) “bisogna prestare più attenzione all’attività portuale, che rappresenta uno dei tratti identitari del nostro territorio. Ci sono porti in crisi e difficoltà legate all’insabbiamento degli ingressi portuali che rendono insicura la navigazione e ne compromettono l’agibilità. Questa maggioranza deve capire l’importanza di questo sistema e non dare centralità solo all’infrastruttura di Ravenna. In questo bilancio non c’è la volontà di risolvere questi problemi e le risorse a disposizione sono limitate. Tutto ciò ci fa perdere quote di mercato in favore di altre località. Chiediamo quindi che venga messa in discussione la politica portuale e che vengano stanziate adeguate risorse”.
(Lucia Paci, Luca Molinari e Cristian Casali)