Via libera dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna all’atto amministrativo che conclude il percorso del bando per l’edilizia pubblica a valenza sociale (social housing) del 2023 e che vincolerà soggetti attuatori e Comuni relativamente agli otto interventi finanziati dalla Regione fra Bologna, Rimini, Montefiore Conca, Ravenna, Sassuolo, Forlì e Cesena per un totale di 140 alloggi complessivi. Il provvedimento è stato approvato a maggioranza con l’astensione dei gruppi di opposizione.
“Si tratta di un bando che regola un intervento assolutamente condivisibile su cui andremo a puntare in futuro per le evidenti valenze ambientali, urbanistiche e sociali che garantisce”. Questo il commento dell’Assessore alle Politiche abitative, Lavoro, Politiche giovanili Giovanni Paglia nell’illustrare la misura. “Questa iniziativa, come quelle future, -conclude Paglia- è incentrata sulla locazione che è un’esigenza primaria di tutti i nostri territori. La cessione del bene nel suo complesso è una clausola che, a fronte di canoni generalmente molto lunghi, superiori cioè ai 25 anni, è prevista perchè nel caso intervenissero difficoltà economiche nel soggetto attuatore, dobbiamo dare la possibilità di far passare di mano l’immobile preservandone il suo utilizzo”.
La proposta è stata salutata in maniera favorevole da Francesca Lucchi (Pd) che ha sottolineato come l’intervento “ha una specifica valenza nella riqualificazione dei contesti urbanistici ed è un tassello di quelle politiche abitative che la Regione vuole portare avanti garantendo risposte concrete in ambito di coesione sociale, in ambito lavorativo e più in generale per l’economia dei territori regionali”.
Di tenore opposto il parere delle opposizioni. Francesco Sassone (FdI) motiva così il voto di astensione: “Fratelli d’Italia non ha partecipato a questo percorso, iniziato nel 2023, e se avessimo partecipato credo che alcuni aspetti sarebbero stati concepiti meglio”. Il consigliere, in particolare, ha criticato l’intervento di edilizia pubblica sociale: “Si tratta solo di una piccola pezza rispetto a un problema chiaro e concreto. Se si fosse voluto risolvere strutturalmente, si sarebbe dovuto procedere verso interventi di edilizia residenziale pubblica”. Eguali critiche per l’esclusione della possibilità dell’affitto-riscatto, così come per la documentazione generica richiesta per accedere a questa forma di edilizia. “L’autocertificazione da parte di chi vorrà accedere può essere efficace per un italiano, ma del tutto inutile se il soggetto richiedente possiede immobili all’estero”.
Francesco Critelli (Pd) ha invece richiamato l’attenzione sul fatto che “l’emergenza abitativa è tema sempre più importante per la nostra regione e ciò determina l’espulsione di persone – soprattutto lavoratori precari – da intere zone della nostra regione”. Per il dem, che giudica il provvedimento amministrativo come “solido e ben strutturato”, è auspicabile “un’azione sinergica anche del governo nazionale per contribuire a dare risposte concrete sul tema delle politiche abitative”.
Nicola Marcello (FdI) giudica la delibera “importante ma tardiva, se parametrata alle esigenze espresse dai vari territori, e comunque la convenzione avrebbe dovuto favorire l’acquisto da parte degli occupanti anche per evidenti motivi sociali”. Particolarmente critica, per il consigliere di opposizione, la situazione nel riminese: “Uno degli interventi approvati va a sanare un’area abbandonata da oltre 15 anni che creava numerosi disagi alle abitazioni circostanti, ma la situazione rimane difficile con persone che vengono sbattute fuori dalle proprie abitazioni regolarmente rogitate dopo trent’anni solo perchè residenti in zone di piani particolareggiati giudicati irregolari”.
Infine, Vincenzo Paldino (Civici con de Pascale), saluta con particolare favore il provvedimento sottolineando come “il tema della casa è già ora problema sociale che rende sensibilmente meno inclusiva la nostra regione e su cui si deve fare di più ad ogni livello”.
(Luca Boccaletti)
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