Scuola giovani e cultura

Emilia-Romagna e Liberation Route Italia insieme per ricordare i luoghi simbolo della II Guerra Mondiale

Audizione dei vertici dell’associazione che si occupa di preservare il patrimonio culturale relativo all’avanzata Alleata in Europa

La collaborazione tra Regione Emilia-Romagna e Liberation Route Italia è sempre più prossima a diventare ufficiale.

La commissione Cultura presieduta da Francesca Marchetti ha, infatti, fatto un ulteriore passo in avanti verso l’adesione della Regione alla rete internazionale che si occupa di preservare il patrimonio culturale relativo alla Seconda Guerra Mondiale. L’attività di Liberation Route Italia è stata presentata dal Direttore dell’associazione Carlo Puddu nel corso di un’audizione in Regione. “Lavoriamo per rendere possibile la conoscenza di questo pezzo di storia al maggior numero di persone possibili, specie le nuove generazioni e ci occupiamo in particolare di raccontare quanto fatto dagli Alleati”, spiega Puddu che ricorda come questa esperienza sia nata a metà degli anni ’90 in Olanda. “L’attività è poi cresciuta e oggi abbiamo un percorso che unisce i “segnavia” (piccole opere d’arte che indicano i memoriali, e i musei o comunque i luoghi che ricordano la Seconda Guerra Mondiale) e in più generale i luoghi simbolo della Liberazione europea”, spiega Puddu. Sulla stessa linea Mirco Carattieri, del Comitato tecnico-scientifico di Liberation Ruote Italia, che ha ricordato come “la nostra attività è garantita da un comitato tecnico-scientifico di altissima qualità e la nostra attività offre anche opportunità di crescita per il territorio a partire dal turismo di tipo cultura”.

Per il relatore di maggioranza della proposta di legge che prevede l’adesione della Regione a Liberation Route Italia Igor Taruffi “l’audizione odierna conferma la bontà della nostra scelta”, mentre per il relatore di minoranza Michele Facci “è meritevole che questa associazione voglia fare un’operazione di memoria e lo fa con un’impostazione storiografica equilibrata, anche se resto perplesso su alcune questioni: questa è un’associazione che si regge su risorse pubbliche o arrivate dagli Stati Uniti e guardando il bilancio mi sarei aspettato che le risorse fossero maggiormente indirizzate nella ricerca storica e nelle attività piuttosto che nelle consulenze. Inoltre, mi stupisce che un vostro recente evento sulle foibe abbia avuto come ospite un commentatore revisionista sul tema”. Facci ha chiesto di aprire una riflessione anche sui reati commessi dagli Alleati durante la guerra (in primo luogo gli stupri di cui molti militari si resero colpevoli). Rassicurazioni di un impegno in tal senso è arrivato da Puddu e Carrettieri: “Ci occuperemo di questo e anche dei bombardamenti alleati, ma penso che siamo tutti d’accordo sul fatto che nel contesto della Seconda Guerra Mondiale l’attività degli Alleati fu positiva”.

(Luca Molinari)

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