“La sfida del ripopolamento dell’Appennino può essere vinta solo con una visione che io definisco metromontana, una visione che tiene insieme – in armonia – città, montagna e pianura. L’Emilia-Romagna vincerà le sfida future solo le affronterà tutte insieme, tenendo unite le parti del nostro territorio e non facendo solo un ragionamento legato alla via Emilia. Negli ultimi anni è nata una nuova consapevolezza, cioè che il futuro delle aree montane e interne è soprattutto nelle mani di chi le vive e che bisogna lasciare da parte l’approccio un po’ troppo rivendicativo e vittimistico del passato: questa nuova consapevolezza, ad esempio, ha permesso all’Appennino bolognese di vincere tutti i bandi possibili del Pnrr”.
A indicare quali siano le soluzioni ai problemi delle aree fragili del territorio regionale, in primo luogo l’Appennino, è Maurizio Fabbri, Presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, intervenuto oggi alla presentazione di “Sette montagne, otto colline e una pianura”, volume realizzato dagli statistici Gianluigi Bovini e Franco Chiarini dedicato proprio alle aree interne avvenuta nel corso di un convegno organizzato dalla Cisl nei locali e con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna.
Nell’elogiare il volume di Bovini e Chiarini, Fabbri ha sottolineato come “i tanti numeri, le tante informazioni contenute nel libro sono fonte preziosa per gli amministratori pubblici. E lo dico anche alla luce della mia esperienza di sindaco di un Comune dell’Appennino come Castiglione dei Pepoli. Negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione per la montagna, partendo dalla consapevolezza che esistono tante tipologie di Appennino e che ogni zona è diversa dall’altra. Ma c’è un dato comune: bisogna lavorare insieme, far collaborare tutte le aree sia appenniniche, sia di pianura. Solo così possiamo vincere le nostre sfide comuni”.
Parole in linea con il messaggio contenuto nel volume frutto del Progetto Appennino promosso dalla Fnp-Cisl dell’Emilia-Romagna e dalla Fondazione Generazioni. “Sette montagne, otto colline e una pianura” documenta la transizione demografica in corso e prevista in 118 comuni emiliani e romagnoli collocati nelle zone montane, collinari e di pianura più distanti dall’asse della via Emilia. L’obiettivo è rivitalizzare queste zone, che coprono quasi il 44% della superficie della regione e sono vissute da circa 423mila persone residenti e da molti turisti nei diversi periodi dell’anno. Dal volume emerge come l’inverno demografico, fenomeno presente in tutto il nostro Paese, si manifesti in modo particolarmente critico nelle aree montane e collinari dell’Emilia-Romagna e in alcuni comuni della pianura orientale ferrarese. Questi territori soffrono un progressivo spopolamento e un marcato squilibrio generazionale, con un netto aumento della popolazione anziana e una drastica riduzione di giovani. Infatti, nonostante l’Emilia-Romagna registri annualmente un saldo migratorio positivo, che mitiga gli effetti del calo delle nascite, le zone con meno infrastrutture e più isolate continuano a perdere abitanti, mettendo a rischio la sostenibilità economica e sociale dei loro sistemi territoriali e del welfare locale.
(Luca Molinari)
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7 Febbraio 2025