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Maurizio Fabbri eletto Presidente dell’Assemblea legislativa: “Sarà la casa dei diritti”

Il neopresidente è stato eletto con 49 voti su 50. “Questa Regione, dalla sua costituzione, ha sempre saputo tenere insieme progresso e solidarietà, innovazione e senso di comunità”

“Oggi la nostra è una terra ferita dagli eventi ambientali estremi, diventati ormai ordinari, che saprà però riscattarsi ancora una volta solo se questo diventerà l’obiettivo di tutti noi, perché i cittadini chiedono certezze e vogliono vedere le Istituzioni, tutte, unite nel dare risposte. Dobbiamo essere quindi all’altezza della storia di questa terra e raccogliere il testimone di chi ci ha preceduto. Chi conosce il mio percorso sa quanto io sia legato alla mia comunità, l’Appennino, e voglio evidenziare che questo prestigioso incarico sia un forte segnale che questa Assemblea sta dando a sostegno di tutti i territori fragili di questa Regione. E’ da qui che nasce innanzitutto questo grande senso di orgoglio che sento oggi, che non è mio ma di tutti i cittadini di questi territori che aspirano ad avere sempre più centralità nel dibattito pubblico”.

Maurizio Fabbri si è così rivolto all’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna nel suo primo discorso dopo essere stata eletto presidente dell’Assemblea di viale Aldo Moro, ricevendo 49 voti su 50 votanti (tutti i consiglieri tranne se stesso che s è astenuto). Nel suo discorso di insediamento Fabbri ha avuto parole di ringraziamento e di stima per Emma Petitti, che ha presieduto l’Assemblea legislativa nell’ultima legislatura.

“Questa Regione, dalla sua costituzione, ha sempre saputo tenere insieme progresso e solidarietà, innovazione e senso di comunità. Ha costruito politiche che hanno fatto scuola ovunque, ha saputo mettere davvero in pratica i principi cardine della nostra Costituzione, garantendo benessere e qualità della vita per tutti”, ha sottolineato il nuovo presidente. Maurizio Fabbri, poi, ha ricordato: “L’Emilia-Romagna, che ha subito le atrocità della guerra, che ha saputo riscattarsi con la lotta partigiana, che è uscita da una condizione di povertà con la sua laboriosità e il suo spirito cooperativo, con il valore dato alla conoscenza, che sia la cultura tecnica o quella umanistica, è stata capace di generare benessere diffuso e uno sguardo aperto sul mondo, a partire dall’Europa. La nostra regione è una Terra che è stata ferita più e più volte prima dalla violenza nazifascista e poi dal terrorismo e che porta orgogliosamente le sue ferite e le trasforma in strumenti di pace e democrazia”.

Il filo conduttore del discorso di Maurizio Fabbri è stato il tema dei diritti: diritto alla salute, diritto al lavoro, diritto alla pace e ogni altra forma di declinazione dei valori della Costituzione italiana.

“La nostra Assemblea – ha evidenziato – sarà la casa dei diritti: i diritti di chi cerca un lavoro o ha un lavoro povero, da cui non trae sostentamento e dignità per se per i propri cari. I diritti di avere un lavoro sicuro, in un Paese afflitto dalla inaccettabile piaga delle morti sul lavoro. I diritti dei bambini ad avere un’infanzia felice, delle famiglie a un’istruzione pubblica di qualità, dei ragazzi a vedere le proprie ambizioni realizzabili e a ricevere ascolto per le proprie ansie e preoccupazioni. Degli anziani a vedere riconosciuto il lascito sociale del proprio lavoro e di quanto fatto per la propria comunità e di non sentirsi abbandonati ma accolti e sostenuti. I diritti delle donne a vedere compiuta la propria unicità in ogni ambito della vita sociale, politica, lavorativa e familiare, superando barriere e steccati ideologici e che dovrebbero essere ormai definitivamente superati. Donne libere di amare e di ribellarsi ad amori che tali non sono, combattendo quotidianamente la violenza e le offese che nessuno dovrebbe compiere su di esse”.

Valori, quelli citati, che il presidente Maurizio Fabbri auspica vengano declinati guardando alle sfide del presente, un mondo martoriato da crisi economiche e guerre.

“Le grandi diseguaglianze che aumentano ovunque nel mondo – ha proseguito – mettono anche qui a repentaglio le nostre conquiste e lo scenario internazionale non lascia intravedere significativi miglioramenti da questo punto di vista, anzi. A guerra, protezionismo, negazionismo climatico, precarietà dobbiamo rispondere anche da qui con la cultura della pace, del lavoro buono, dell’apertura al mondo e dare una risposta vera e una visione chiara all’angoscia di tanti, troppi, che guardano al futuro con paura. E lo dobbiamo soprattutto ai grandi assenti del dibattito pubblico: le giovani generazioni. Giovani che vengono visti come una minaccia, che si cerca di sminuire, ridicolizzare o ancor peggio punire quando scendono nelle nostre piazze per urlare la loro disperazione per ciò che li attende nel futuro”.

“Siamo una terra – ha concluso Maurizio Fabbri – che dal dopoguerra è stata un approdo per tanti ragazzi e ragazze da tutta Italia e non solo, che hanno poi arricchito la nostra composizione sociale permettendoci di crescere economicamente, culturalmente e demograficamente. In un’Italia che perde giovani, noi, e lo dimostrano anche gli ultimi dati demografici, siamo ancora attrattivi e visti da tanti come una possibilità e un’opportunità”.

(Luca Molinari)

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