Prosegue in Assemblea legislativa il dibattito sul Piano aria, la misura proposta dalla giunta per la riduzione dell’inquinamento e dello smog che, fra altri interventi, prevede, oltre alle restrizioni alla circolazione dei veicoli già in vigore e allo stop ai diesel Euro 5, anche e incentivi per mezzi pubblici e caldaie ecologiche. In totale sono previsti interventi pari a 154 milioni di euro con l’obiettivo di ridurre di 637 milioni di euro la spesa sanitaria legata a malattie collegabili all’inquinamento.
“La Regione vuole fare la prima della classe nell’applicare per prima i dettami europei, ma non si pensa che usando questa cura si può uccidere il paziente, ovvero le imprese dell’Emilia-Romagna. Come al solito la giunta Bonaccini vuole scaricare ogni responsabilità sul governo Meloni, ma così non è”, spiega Giancarlo Tagliaferri (Fdi), mentre Mirella Delfiume (Pd) sottolinea come “fino a pochi anni fa non esisteva il concetto di salute globale: non si tratta di fare i primi della classe, ma di tutelare la salute dei cittadini. Sono figlia di contadini e conosco bene quel mondo. So quanto gli agenti inquinanti in agricoltura danneggino in primo luogo gli agricoltori”.
“Il calo o meno di smog e inquinamento deriva dalle nostre scelte e la Regione non sta facendo le scelte giuste. Siamo di fronte a un cerchiobottismo che non risolve i problemi: non c’è quell’approccio integrato al cambiamento clima di cui invece avremmo bisogno”, evidenzia Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle) che rilancia “la necessità di avere una legge organica per il clima. In quest’Assemblea assisto a battaglie di retroguardia”.
Per Marco Mastacchi (Rete Civica) “c’è poca attenzione per il mondo dell’agricoltura, che spesso viene colpevolizzata, e la politica europea sta andando sempre di più in questa direzione. C’è poi il rischio che spariscano progressivamente i piccoli allevamenti di montagna a causa di un mero approccio ideologico. Servono aiuti al settore agricolo affinché si possa adeguare ai nuovi obblighi normativi. Le politiche europee stanno penalizzando i paesi del sud Europa. Avere i trattori in strada a protestare è una sconfitta per tutti. Gli agricoltori non possono essere più additati come inquinatori ma vanno considerati attori fondamentali per la transizione”.
Mentre per Silvia Zamboni (Europa Verde) “la nostra regione è un territorio fra i più inquinati d’Europa e del mondo. Nessuno, col Piano, vuole danneggiare questi settori produttivi ma anche questi comparti devono contribuire a non aggravare la qualità dell’aria che è alla base della nostra salute. L’agricoltura è fonte di gas che incidono sulla qualità dell’aria: l’ammoniaca è un precursore di inquinamento. Non c’è una forzatura politica, è la scienza che parla. Ci sono risorse che arrivano dal fondo europeo Fesr, dal Piano di sviluppo rurale per la riduzione di ammoniaca, dal fondo per la mobilità sostenibile e dai fondi del piano energetico oltre che dal Pnrr. Il sostegno economico non manca per raggiungere gli obiettivi”.
Marta Evangelisti (Fratelli d’Italia) rileva: “L’industria ha colto la delicatezza del tema e con molta sensibilità si è indirizzata alle questioni ambientali anche per mantenere competitività e per questo è necessario incrementate le risorse a sostegno delle imprese. Per l’agricoltura le misure adottate sono di difficile applicazione. Nessuno vuole negare che servano correttivi ma le aziende necessitano di un periodo cuscinetto per adeguarsi alle nuove prescrizioni. Ultima considerazione su ‘città 30’ a Bologna: le modalità e le motivazioni delle scelte non ci convincono, non crediamo che una ‘città 30’ sia meno impattante, piuttosto può causare più traffico e code, aumento dei tempi di percorrenza con servizi non in linea con i costi del biglietto. Porteremo avanti la battaglia con la richiesta di un referendum”.
Fabio Rainieri (Lega) si è detto particolarmente stupito di come “si propongano azioni inutili e impattanti senza conoscere realmente i termini del problema che si vuole trattare”. Rainieri ha poi sottolineato come “gli agricoltori, categoria a cui io appartengo, non sono contrari alla copertura delle vasche per il miglioramento dell’ambiente, ma sono contrari ad azioni che vanno contro e criminalizzano il settore agricolo. Il nostro è un territorio particolarmente ricco di prodotti tipici con territori molto differenti fra loro e se il Piano aria verrà applicato, si limiterà fortemente l’inserimento dei giovani in agricoltura e si limiterà la produzione di eccellenza con filiere controllate e garantite per favorire prodotti provenienti dall’estero e che possono nuocere fortemente alla salute. Dico no al Pair: un’applicazione così supina ai diktat europei di questo piano deve portare i cittadini emiliano-romagnoli a interrogarsi su come votare sia nelle prossime elezioni europee sia in quelle regionali”.
Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini) evidenzia l’importanza di un atto “che agisce nella quotidianità di tutti noi con una buona integrazione fra settori produttivi, obiettivi e azioni condivise. Con il Pair2030 non si ottempera solo alle prescrizioni della Ue, ma si propongono azioni con ricadute immediate e concrete nel presente di questa regione”. A testimonianza di un documento equilibrato, la capogruppo rimarca poi il minuzioso lavoro compiuto sul versante della condivisione e coinvolgimento attuato su organismi di rappresentanza così come a tutti i comuni delle zone particolarmente interessate al miglioramento della qualità dell’aria. Sia per il settore agricolo sia per quello zootecnico o dell’industria la sfida del Pair2030 è quella di mettere in atto un processo non di criminalizzazione bensì di adeguamento e condivisione verso un futuro più sano per tutti”.
Daniele Marchetti (Lega) rimarca “le differenti visioni che emergono dal dibattito, posto che a tutti noi sta a cuore la salute dei nostri concittadini. Le differenze sono chiare quando noi proponiamo misure equilibrate, mentre da parte del centrosinistra l’azione politica è tutta tesa a mettere in atto pedissequamente i diktat europei, a testimonianza di un contesto molto più vasto e complesso dell’orizzonte regionale. Il Pair è portatore di norme capestro che penalizzeranno il nostro sistema produttivo mentre altri soggetti, in altre zone del mondo, continueranno a giovarsi di una competitività superiore senza riguardo alcuno per l’inquinamento prodotto”. Per Marchetti, infine, “non è comprensibile il rifiuto aprioristico delle critiche ad altri documenti pianificatori richiamati proprio dal Pair: penso alle vessazioni racchiuse nell’istituzione delle zone 30 Km in molti comuni della nostra regione o del progetto ‘bike to work’ che, invece di completare importanti infrastrutture per consentire realmente la mobilità dolce, si concentra nel disegnare sulla strada sagome di biciclette e nulla di più”.
Luca Cuoghi (Fdi) sottolinea come “tutti vogliamo respirare aria sana e pulita, ma vogliamo anche mangiare e avere un lavoro: questo piano è a senso unico, non tiene conto degli impatti delle scelte sulla società e sulle imprese. Si poteva e si doveva agire diversamente”, mentre Giulia Pigoni (Italia Viva) ricorda come “puntiamo su incentivi e politiche di sostegno: questo è un buon piano per tenere insieme la tutela della qualità dell’aria con lo sviluppo economico. La Regione opera per trovare soluzioni che vadano a vantaggio della qualità della vita dei cittadini”.
(Lucia Paci, Luca Boccaletti, Luca Molinari)