Garantire un punto di equilibrio tra esigenze energetiche e tutela del suolo agricolo, soprattutto nella perdurante assenza dei decreti attuativi a carico dei ministeri direttamente interessati dal tema. Su una via così stretta prosegue il confronto sulla delibera di Giunta che mira a disciplinare e armonizzare la necessità di aumentare la produzione energetica da fonti rinnovabili, solare in primis, e la tutela del suolo agricolo in una Regione come l’Emilia-Romagna leader per numero di produzioni Doc, Igp, Dop.
Dopo la partecipatissima sessione dedicata all’ascolto degli stakeholders, la commissione Territorio, Ambiente e Mobilità presieduta da Stefano Caliandro ha affrontato la discussione generale sul documento in vista della votazione finale dell’Aula che avverrà nelle prossime settimane.
Per il relatore di maggioranza Luca Sabattini (Pd) “dall’udienza conoscitiva è arrivata forte la richiesta da parte di coloro che sono pronti a investire nel fotovoltaico di una uniformità di regole che dovrebbe coinvolgere il governo nazionale e che, in mancanza di azioni in tal senso, noi tentiamo di dare risposta”. Per Sabattini sono diverse le esigenze manifestate dagli stakeholders “per una sintesi ancora più ampia di quella già raggiunta”. Il relatore di maggioranza ha poi enucleato i 4 filoni principali di intervento: “maggiore differenziazione tra fotovoltaico e agrivoltaico, creare chiari e d efficaci strumenti di monitoraggio e controllo sia nella realizzazione degli interventi che nel controllo degli obiettivi raggiunti, decisa azione di semplificazione che non deve essere scambiata per deregolamentazione ed una spinta più forte all’uso del territorio già antropizzato”.
Il relatore di minoranza Emiliano Occhi (Lega) si è detto concorde “sul grande lavoro di sintesi necessario anche per far emergere in questa fase i contrasti e le opposizioni che potranno nascere in futuro sui vari territori”. Per il leghista è assolutamente necessario costruire un testo che garantisca regole certe e inoppugnabili per colmare l’evidente gap esistente. “Se Terna ci informa che le verifiche preventive di allaccio in rete ammontano a 300 giga di potenza (a fronte di un obiettivo per il 2030 di 85 giga a livello nazionale) e poi le effettive installazioni sono di 2 GW, è chiaro che esiste un problema di farraginosità delle procedure e incertezza delle regole, ma anche al perenne rischio di uno stop inaspettato ai lavori per l’azione di soggetti che sfruttano l’incertezza attuale”. Occhi ha poi espresso l’auspicio che sul fotovoltaico l’Italia possa muoversi per far sì che questa tecnologia diventi autoctona per evitare pericolose dipendenze dall’estero, “così come è imprescindibile difendere le innumerevoli eccellenze alimentari regionali che, per mantenersi tali, abbisognano di adeguate porzioni di territorio”.
Silvia Piccinini (M5S) ha posto l’accento sul metodo. Per la capogruppo, infatti, “è assolutamente necessario svolgere i necessari approfondimenti tecnici prima di quelli politici soprattutto sui criteri per distinguere con efficacia il fotovoltaico dall’agrivoltaico che è una straordinaria opportunità e deve quindi essere adeguatamente normata”.
Anche Federico Amico (ER Coraggiosa) si è detto d’accordo sugli approfondimenti tecnici da svolgere “anche per far sì che questa delibera sia l’applicazione concreta degli obiettivi strategici che la Regione si è data sia sulla transizione energetica che sulle comunità energetiche”. Amico ha poi sottolineato l’importanza degli approfondimenti “sia per tutelare e compenetrare le esigenze energetiche e quelle agricole, ma anche per evitare ogni tipo di speculazione”.
Giulia Pigoni (Lista Bonaccini) ha infine rimarcato la delicatezza del percorso intrapreso “stante l’assenza normativa nazionale che, soprattutto per l’agrivoltaico, necessita di un adeguato approfondimento”.
Compito ora dei relatori armonizzare i vari emendamenti che perverranno nelle prossime giornate in vista dell’esame dell’articolato della delibera il prossimo 17 maggio.
(Luca Boccaletti)
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