Sanità e welfare

In commissione Territorio le prescrizioni per il fotovoltaico in agricoltura e nelle cave

In commissione Territorio presentata la proposta di giunta per la localizzazione dei terreni agricoli, dei bacini e delle aree industriali in cui gli impianti fotovoltaici potranno essere realizzati, anche sopra i parcheggi

La diffusione degli impianti fotovoltaici sui terreni agricoli è stata al centro della commissione Territorio, ambiente e mobilità, presieduta da Stefano Caliando. La giunta ha illustrato la proposta sulla “Specificazione dei criteri localizzativi per garantire la massima diffusione degli impianti fotovoltaici e per tutelare i suoli agricoli e il valore paesaggistico e ambientale del territorio”.

Questo progetto integra la delibera sul fotovoltaico del 2010 e riguarda le aree idonee o meno alla localizzazione di impianti fotovoltaici.

AGRICOLTURA. Il primo punto della proposta specifica che le indicazioni “sono di massima perché la giurisprudenza raccomanda che il tema decisivo è fare riferimento al progetto concreto presentato e alle caratteristiche e tutele dell’area. Segue poi un adeguamento della delibera che, oltre alla tutela paesaggistica e ambientale, reintroduce tutele per le fasce fluviali, escludendo le cave”. Il documento, inoltre, dà indicazioni sulle aree ammissibili, ma con alcune precisazioni: vengono eliminati i requisiti soggettivi – solo le aziende agricole potevano realizzare gli impianti – e definite le potenze massime.

Nelle aree agricole definite idonee si deve prevedere il 100% di area coperta da fotovoltaico “salvo che in quelle aree vi siano coltivazioni di pregio, biologiche, da produzione integrata, produzioni con denominazione di origine, coltivazioni con disciplinari. In questi casi, gli impianti sono ammessi al 100% ma solo in modalità agrivoltaica, cioè con strutture sollevate da terra per consentire la coltivazione al di sotto”. La proposta della giunta conferma che nelle restanti aree agricole vige il principio del massimo consumo di suolo al 10% e conferma che le aree siano contigue.

CAVE. Viene estesa la disciplina delle cave. “Si tratta di una novità – è stato spiegato –  perché le ex cave con destinazione agricola potranno essere interessate dal fotovoltaico a terra, così come gli invasi, ma con impianti flottanti (possono coprire il 70% della superficie dell’acqua) e le cave con destinazione ambientale. Sono idonee anche le ex cave ambientali, seppur con qualche limitazione. L’uso di impianti flottanti è esteso a tutti bacini e invasi anche fuori dalle cave. Si stabilisce così una regola generale per tutta la regione. Se il bacino è artificiale potrà avere il 100% di fotovoltaico flottante”.

AREE PRODUZIONI INDUSTRIALI. In queste aree si può ricoprire almeno il 60%, ma rispettando dotazioni e funzionalità in termini di accessibilità viabilistica e parcheggi (il fotovoltaico si installerà sopra i parcheggi purché siano pertinenziali).

MONITORAGGIO E SUOLO. La realizzazione di un impianto in area agricola comporta una riduzione delle superfici per l’agricoltura. Il documento “dà mandato alla giunta di monitorare quanta area agricola venga sottratta e se si supera l’1% si va a una revisione del provvedimento, per salvaguardare la produzione del fabbisogno agricolo della regione”.

La consigliera Silvia Piccinini (Movimento 5 stelle), ricordando il dibattito in Assemblea sul fotovoltaico nelle cave, ha chiesto se anche nei siti bonificati sia possibile l’installazione degli impianti. “Nel provvedimento queste aree vengono definite idonee” ha risposto la giunta.

(Gianfranco Salvatori)

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