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Energia. Dibattito sul Piano energetico regionale 2030: Pd apprezza, muro delle opposizioni

I dem Mumolo e Montalti sottolineano i premi ai comuni virtuosi in politiche green. Sassi (M5s): pochi fondi per gli interventi; Liverani (Lega): “Libro dei sogni”. Foti (Fdi-An): fuga in avanti la scelta di anticipare il piano nazionale

In sede di dibattito sul Piano energetico regionale (Per) è intervenuto Antonio Mumolo (Pd), che ha illustrato due degli emendamenti presentati dal gruppo Dem, finalizzati a rafforzare il sostegno della Regione agli Enti locali nell’applicazione del Piano energetico. Il primo, grazie all’individuazione di indicatori di efficacia delle politiche energetiche locali, in particolare il livello di attuazione dei Piani d’azione per l’energia sostenibile (Paes), sulla base dei quali prevedere meccanismi premianti per i comuni più virtuosi. Il secondo, in forza della possibilità concessa agli Enti locali di promuovere anche strumenti di partecipazione collettiva per la riduzione dei consumi e la produzione di energia rinnovabile diffusa come gruppi di acquisto, nuove forme di aggregazione di produttori-consumatori e Comunità solari.

Gli ha fatto eco Lia Montalti (Pd), ricordando come le politiche e le buone prassi amministrative derivanti dai Paes e dal Patto dei sindaci per il clima e l’energia, promosse dagli Enti locali dell’Emilia-Romagna, siano state pienamente inserite nel Per. Il Piano energetico – ha evidenziato la consigliera – è un’importante opportunità per lo sviluppo in chiave sostenibile dell’economia regionale e, in termini più ampi, costituisce il volano per l’Emilia-Romagna green che vogliamo costruire.

Giulia Gibertoni (M5s) ha riproposto il problema delle emissioni dei veicoli a motore diesel, il cui potenziale inquinante, secondo uno studio scientifico accreditato da lei prodotto, supera di gran lunga addirittura quello del riscaldamento domestico attraverso caldaie a gasolio. Da qui la proposta alla Regione di sostenere la transizione energetica puntando sulla disincentivazione dell’acquisto di veicoli diesel e la contemporanea incentivazione di veicoli elettrici o comunque alimentati con combustibili meno inquinanti.

Gian Luca Sassi (M5s) ha ribadito come il nodo problematico del Per sia l’esiguità delle risorse disponibili per gli interventi. Riguardo al tema della produzione di energia, ha riaffermato l’importanza della proposta dei 5stelle di puntare su impianti di produzione, vieppiù da fonti rinnovabili, di piccole dimensioni e a filiera corta, al fine di ridurre ogni impatto.

Per Silvia Piccinini (M5s) uno dei problemi del Per è anche la sostenibilità di taluni impianti di produzione di energia di consistenti dimensioni, come, ad esempio, quello per la produzione di biogas che sarà realizzato a Sant’Agata, nel bolognese. Secondo la consigliera, infatti, si corre il rischio di favorire le multiutility a scapito dei cittadini e dell’ambiente.

Per Andrea Liverani (Ln) il Per è una sorta di ‘libro dei sogni’, reso ancor più tale dall’esiguità delle risorse finanziarie. In merito al rinnovamento del parco auto circolante, ad esempio, ha ribadito come per l’acquisto di auto elettriche non siano sufficienti gli sgravi fiscali ma siano necessari incentivi importanti.

Stefano Bargi (Ln) ha illustrato la risoluzione del Gruppo, di cui è primo firmatario, finalizzata a impegnare la Giunta regionale a favorire l’utilizzo dell’energia e della tecnologia geotermica, trattandosi di una fonte green sempre a disposizione. Il problema della rilevanza dei costi relativi allo sfruttamento di questa fonte energetica, – ha puntualizzato – può essere risolto attraverso una lungimirante incentivazione da parte della Regione, unita a consistenti sgravi burocratici.

Tommaso Foti (Fdi-An) ha espresso perplessità per la realizzabilità del Piano energetico regionale 2030, bollando come ‘fuga in avanti’ la scelta della Regione di redigerlo prima della scadenza della strategia energetica nazionale, prevista nel 2020, e di agganciarlo direttamente alle direttive europee in materia. Secondo il consigliere, infatti, il Per è connotato da scenari controversi, dato che gli obiettivi cui tendere sono ispirati dall’Unione europea, ma gli strumenti per conseguirli sono in buona sostanza legati alle norme nazionali. A riprova, cita le osservazioni sul Per fatte pervenire da ‘Terna Rete elettrica nazionale’ alla Regione. Il gestore nazionale, infatti, evidenzia come il Per, in tema di sviluppo di energie rinnovabili, non tenga in debito conto il sistema della rete elettrica in regione. Per Foti, quindi “il Per è un film autoprodotto dalla Regione”.

L’assessore regionale al Piano energetico e all’economia verde, Palma Costi, ha concluso il dibattito ricordando che “quello che la Regione sta cercando di fare con il Per, piano sfidante in grado di creare nuove imprese e nuova occupazione, è costruire insieme a tutti gli attori le modalità per rendere gli obiettivi concreti attraverso uno stretto raccordo a livello regionale”. Non si tratta di un lavoro semplice, ha sottolineato l’assessore, ma “il coordinamento istituzionale con i Comuni, sempre più forte nel corso degli anni, ci rafforza nella convinzione che riusciremo a centrare gli obiettivi prefissati”.

(Luca Govoni)

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