Ambiente e territorio

Fdi: investire di più su ricerca gas a Spilamberto

Per Fratelli d’Italia si poteva fare di più sulla ricerca; solo oggi con la crisi in Ucraina ci si rende conto dell’errore

“Quali le responsabilità rispetto agli scarsi investimenti, dal 2000, sulle attività estrattive del sottosuolo, in particolare in Emilia-Romagna (regione ricca di gas)?”.

Richiesta che arriva, con un’interrogazione rivolta al governo regionale, da Fratelli d’Italia, che, in particolare, vuole sapere se siano in programma investimenti per la ricerca di gas nel modenese, nell’area di Spilamberto.

Quello di Spilamberto, si precisa nell’atto, “è il sito (giacimento di idrocarburi liquidi e gassosi) di maggiori dimensioni fra quelli presenti nel modenese (l’attività è iniziata nel gennaio 1997 in un’area di analisi del sottosuolo per la ricerca di gas naturale e gasolina di 139,82 chilometri quadrati): la raccolta e il trattamento di questi gas naturali avviene a Spilamberto attraverso una decina di pozzi, a cui si aggiungono altri cinque pozzi produttivi definiti non eroganti”. Nel sito, si rimarca poi nel documento, “negli ultimi dodici anni c’è stata una produzione media mensile pari a 36mila chili di gas, per quanto riguarda il gas naturale nello stesso periodo c’è stata una produzione mensile superiore ai 5 milioni di metri cubi”.

Fdi, che rileva come “il prezzo del gas sia cresciuto di cinque volte tra gennaio 2021 e aprile 2022”, evidenzia poi come “la causa principale di questo aumento esponenziale sia da ricondurre alla tensione internazionale legata al conflitto in Ucraina”.

In Italia, si spiega poi da Fratelli d’Italia, “ci sono ben 752 pozzi di gas inattivi e circa il 10 per cento si trovano in Emilia-Romagna, a Spilamberto”. Questi pozzi, si rimarca, “potrebbero colmare il divario dovuto alla situazione attuale”. Infatti, si conclude, “non tutto il potenziale del giacimento di Spilamberto è stato sfruttato: sono previsti dei miglioramenti impiantistici sui pozzi che porteranno a un raddoppio dei metri cubi estratti per i prossimi anni e probabilmente a riaprire anche alcuni dei pozzi attualmente inattivi”.

(Cristian Casali)

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