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Energia. Nuovi ecobonus, allarme Cna e Confartigianato: “effetti disastrosi su imprese medie e piccole”

“Urge rivedere il sistema degli ecobonus introdotto dalla finanziaria per il 2018 e confermato dal Decreto crescita” chiedono le due associazioni nell’audizione tenuta dalla commissione Economia. Interventi di Calvano e Sabattini (Pd), Delmonte (Ln) e Bertani (M5s)

La commissione Politiche economiche, presieduta da Luciana Serri, ha invitato in audizione una rappresentanza regionale di Cna e di Confartigianato per fare il punto sugli effetti che l’applicazione dell’articolo 10 del “Decreto crescita” dell’attuale governo potrebbe avere per il sistema delle piccole e medie imprese (Pmi), specie riguardo ai nuovi meccanismi del riconoscimento agli incentivi “ecobonus”.

L’articolo 10 del “Decreto crescita” – ha spiegato Paolo Calvano (Pd), che ha richiesto l’audizione – prevede la possibilità per il soggetto che sostiene le spese per interventi di efficienza energetica e antisismici di ricevere un contributo, anticipato dal fornitore che effettua l’intervento, sotto forma di sconto sul corrispettivo spettante. Tale contributo sarà poi recuperato dal fornitore sotto forma di credito d’imposta, di pari ammontare, da utilizzare in compensazione, in cinque quote annuali di pari importo, senza l’applicazione dei limiti di compensabilità. I fornitori che hanno effettuato gli interventi a loro volta hanno facoltà di cedere il credito d’imposta ai propri fornitori di beni e servizi. Questo sistema di ecobonus, però, – ha rimarcato il consigliere – rischia di mettere in grave difficoltà le piccole e medie imprese, che non hanno sufficiente flusso di cassa per sostenere finanziariamente un regime di sconti al cliente di tale portata. “Occorre intervenire sul governo- ha concluso Calvano- affinché la norma in questione venga al più presto rivista”.

I rappresentanti di Confartigianato hanno esordito evidenziando come l’Agenzia delle entrate si sia da poco pronunciata in senso favorevole riguardo all’applicabilità dello sconto già a partire dall’entrata in vigore della legge finanziaria per il 2018, peraltro sottolineando come lo sconto possa essere riconosciuto non solo per interventi di miglioramento energetico o antisismici su condomini, ma anche su singole unità immobiliari. Dunque, hanno puntualizzato, “occorre rivedere l’intera legislazione in materia di efficientamento energetico e miglioramento sismico”.

La delegazione di Cna ha richiamato l’attenzione sull’insostenibilità finanziaria dello sconto da parte di molte imprese del settore e sulla difficile gestione fiscale dei crediti d’imposta, tanto da aver aderito “al ricorso attivato in sede di Unione europea per l’abrogazione dell’articolo 10 del Decreto crescita”.

Gabriele Delmonte (Ln), pur sottolineando come il Decreto in questione si ispiri a finalità ecologiche degne della massima considerazione, ha assicurato l’impegno della Lega affinché il sistema degli ecobonus venga rivisto a tutela delle imprese piccole e medie del settore. Non ha mancato, infine, di criticare il Pd per aver attaccato il governo in carica per l’emanazione del Decreto crescita, provvedimento che si limita a dare applicazione all’impianto normativo introdotto dal governo Gentiloni con la finanziaria per il 2018. “L’iniziativa del Pd è il classico sasso trasformatosi in boomerang” ha commentato il leghista.

Per Luca Sabattini (Pd) la cessione del credito da parte del cliente all’impresa fornitrice non è di per sé disdicevole, ma vanno evitati gli impatti negativi. L’impianto normativo deve essere modificato a livello nazionale – ha evidenziato il consigliere – anche se la Regione potrebbe approfondire due possibili ambiti d’intervento: la promozione di forme di garanzia per le imprese e l’attivazione di fondi rotativi. “Questo in ragione del fatto che il creditore finale, lo stato, è ampiamente solvibile e va evitato l’aumento esponenziale del costo delle forniture e degli interventi” ha affermato il dem.

Andrea Bertani (M5s) ha ricordato come il governo Conte abbia già predisposto un decreto correttivo rispetto al quale Confartigianato avrebbe espresso il proprio parere favorevole mentre Cna si sarebbe attestata su una posizione di sostanziale contrarietà. “La cessione del credito d’imposta- puntualizza il pentastellato- era già possibile dal 2018, anche se il mercato non l’aveva recepita. Perché, allora, l’articolo 10 del Decreto crescita scatena tanti timori?”.

La risposta alla domanda di Bertani è arrivata da Confartigianato: “per dare applicazione a quanto previsto dalla finanziaria per il 2018, mancava un provvedimento dell’Agenzia delle entrate. Il Decreto crescita ha indotto l’Agenzia a intervenire. Si è però determinata una confusione che rischia di penalizzare pesantemente le piccole e medie imprese del settore a vantaggio di quelle di ampie dimensioni o delle società finanziarie”.

(Luca Govoni)

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