Ambiente e territorio

Energia Reggio. Truffa al Fondo energia ER, Sassi (Misto): rivedere sistema controllo sui finanziamenti

“Necessario bloccare le nuove domande e riformulare il bando regionale, introducendo ulteriori verifiche sulla realizzazione delle opere”

La truffa ai danni del Fondo Energia Emilia-Romagna, scoperta dalla guardia di finanza di Reggio Emilia, è al centro di un’interrogazione di Gian Luca Sassi (Misto), che chiede alla Giunta di fare chiarezza sulla frode che ha coinvolto imprenditori rei di aver investito nella green economy beneficiando, indebitamente, di contributi pubblici. Il Fondo Energia Emilia-Romagna è un fondo rotativo di finanza agevolata a compartecipazione privata pensato per il sostegno di interventi di green economy volti a migliorare l’efficienza energetica e ridurre i gas climalteranti con contributi fino a 750mila euro.

In particolare, il consigliere si concentra sul fatto che il Fondo regionale avrebbe riaperto di recente una finestra, fino al 26 luglio, per la presentazione delle domande: “Non sarebbe stato opportuno- chiede Sassi- congelare la finestra per l’accesso? Ci sarebbero state le condizioni, a seguito delle indagini, per bloccare la scadenza di presentazione delle nuove domande e riformulare il bando per apportare le opportune modifiche, in particolare alla fase di rendicontazione e controllo, introducendo verifiche sulla reale realizzazione delle opere ed evitando controlli solo successivi all’erogazione dei fondi”.

Queste truffe, secondo Sassi, “ledono la fruibilità del Fondo da parte delle aziende sane e rispettose del principio di legalità, principio a cui si conformano la stragrande maggioranza delle aziende del territorio regionale, che non riescono ad accedere ai Fondi per la presenza di aziende che agiscono nell’illegalità, corrispondendo solo formalmente ai criteri per la partecipazione ai bandi e per la successiva fase di rendicontazione e controllo”.

Pertanto, l’esponente del gruppo Misto chiede all’esecutivo regionale “se non si ritenga opportuno, per evitare casi come quelli oggi d’indagine, che la fase di collaudo delle opere sia effettuata in presenza di personale tecnico della Regione, oltre ai soggetti preposti a tale compito, e che si prevedano ispezioni durante l’esecuzione dei lavori di realizzazione dell’opera, anche attraverso strumentazioni di controllo video a distanza, per riscontrare la corrispondenza tra i lavori in progetto e le opere eseguite”.

(Giulia Paltrinieri)

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