Di quali finanziamenti pubblici potrà godere l’impianto di Iren per la produzione di biometano nel comune di Reggio Emilia? È l’oggetto dell’interpellanza di Gian Luca Sassi (Misto) che interviene sul progetto sottoposto a procedura di valutazione di impatto ambientale che prevederebbe la realizzazione di un impianto di trattamento della frazione organica derivata dalla raccolta differenziata, con successiva raffinazione di biogas in biometano e produzione di compost.
Il consigliere vuole fare luce sul quadro economico del progetto e chiede alla Regione di sospendere momentaneamente la procedura di valutazione, considerando la grossa taglia dell’impianto e le problematiche ambientali ad esso connesse (tra le quali, la presenza di un cogeneratore) sia in termini di emissioni in atmosfera, che di emissioni derivanti dal traffico per il trasporto in ingresso ed in uscita del materiale. L’alternativa potrebbe essere “chiedere al proponente di predisporre volontariamente il relativo elaborato di valutazione di impatto sanitario complessiva”, oppure fargli suddividere l’unico impianto in più impianti di taglia inferiore su base provinciale. “Sarebbe una scelta più compatibile dal punto di vista ambientale, visto che limiterebbe l’inquinamento degli automezzi sulla lunga percorrenza” aggiunge Sassi.
Il consigliere chiede anche se sia possibile affidare ad Arpae, come soggetto tecnico, un ulteriore approfondimento che possa portare ad serie di prescrizioni quali: la creazione di una rete pubblica di monitoraggio e controllo delle emissioni in atmosfera e degli odori in dispersione al servizio dell’impianto; un vincolo che impegni Iren a non ampliare, in futuro, le dimensioni già notevoli dell’impianto (si parla già oggi di processare ulteriori 50 mila tonnellate all’anno portando il totale a 150 mila tonnellate). Tra le richieste di Sassi, stabilire una quota delle risorse provenienti dagli utili da investire in opere di mitigazione ambientale; istituire una commissione permanente – costituita dagli enti locali interessati insieme ai rappresentanti delle organizzazioni per la tutela ambientale ed esperti del settore- per il controllo del corretto funzionamento dell’impianto; l’adozione di veicoli e di una logistica per il trasporto dei rifiuti in ingresso e in uscita che possa essere quanto meno impattante possibile.
La Regione dovrebbe, secondo il consigliere, ritenere “irricevibile una proposta progettuale che non sia correttamente inquadrata dal punto di vista del Piano aria vigente e futuro”, per questo Sassi chiede di “prevedere la valutazione del più ampio ventaglio possibile di opzioni a partire dall’opzione zero in su”. Infine il consigliere domanda se sia stata decisa l’istruttoria pubblica sul progetto e come si articolerà in concreto.
(Francesca Mezzadri)