L’Assemblea legislativa regionale ha bocciato il progetto di legge “Istituzione della Guida dei ristoranti tipici dell’Emilia-Romagna”, presentato da Tommaso Foti (Fdi-An), che ne era anche il relatore. Ribadendo la posizione assunta nella commissione Politiche economiche, hanno votato a favore dell’ordine del giorno “per il non passaggio all’esame degli articoli”, firmato dalla presidente della commissione, Luciana Serri, Pd, Sel e AltraER, mentre hanno votato contro Ln, Fi e Fdi-An e si è astenuto il M5s. Contestualmente, l’Aula ha approvato una risoluzione, presentata dal Pd, prima firmataria Serri, e abbinata al progetto di legge di Foti, con la quale, ha dichiarato Stefano Caliandro, capogruppo Pd, “si impegna la Giunta regionale a promuovere le tipicità enogastronomiche regionali”.
La proposta di legge, aveva spiegato Foti, “ha lo scopo di valorizzare la ristorazione tradizionale e l’enogastronomia emiliano-romagnola attraverso la promozione dei ristoranti tipici che si caratterizzano per la riproposizione di piatti e prodotti legati al territorio”. Si prevedeva, infatti, “l’istituzione della ‘Guida dei ristoranti tipici dell’Emilia-Romagna’, nella quale verranno inseriti, con tanto di marchio, gli esercizi pubblici (ristoranti, trattorie, osterie, locande) che ne faranno richiesta e che saranno in possesso dei requisiti stabiliti da un apposito Regolamento approvato dalla Giunta regionale”. Citando “le esperienze consolidate di Regioni, come Sardegna e Piemonte, che hanno norme specifiche e disciplinari rigorosi ed efficaci, e iniziative presenti nel territorio regionale, come, ad esempio, il simbolo ‘tipico a tavola’ promosso da Confesercenti”, Foti aveva ribadito che, “data la condivisione delle finalità del mio progetto di legge, espresse in commissione e riprese nella risoluzione del Pd, il testo avrebbe potuto essere approfondito e integrato o, addirittura, se ne sarebbe potuto sospendere l’esame nell’attesa di una proposta organica della Giunta”. Invece, “i tecnici della Regione non hanno apprezzato l’iniziativa e i consiglieri della maggioranza si sono adeguati, bocciando la proposta”.
Luciana Serri (Pd), illustrando la risoluzione, ha ribadito come “l’enogastronomia e l’agroalimentare, unitamente ad ‘arte’ e professionalità degli addetti, siano un patrimonio culturale ed economico che la Regione da tempo riconosce, valorizza e promuove attraverso adeguati provvedimenti normativi e numerose iniziative”. La proposta del capogruppo Fdi-An, ha sottolineato, “contrasta in diversi punti con il quadro normativo europeo in merito alle produzioni a qualità regolamentata e con quello nazionale relativo ai prodotti tradizionali” e “rischia di costituire un ulteriore aggravio burocratico per gli esercenti”. È per questo che il Pd, ha concluso Serri, “punta a promuovere le tipicità enogastronomiche regionali favorendo e valorizzando il protagonismo dei privati”.
Mirco Bagnari, Alessandro Cardinali e Francesca Marchetti, consiglieri Pd, pur apprezzando “lo spirito e la finalità del progetto di legge”, hanno espresso “dubbi sull’efficacia dello strumento legislativo, sia per la difficoltà di definire la tipicità di piatti e ricette e di strutturare efficaci sistemi di controllo e sanzione, sia per la necessità di accompagnare una legge siffatta con una campagna di marketing ingente”. I consiglieri, quindi, “ricordando quanto fatto dalla Regione per la valorizzazione delle ‘strade enogastronomiche’, per l’Expo e per il nuovo Piano di sviluppo rurale (Psr), in sinergia con i privati e le associazioni di categoria”, hanno invitato la Giunta, ai fini della valorizzazione delle tipicità enogastronomiche, “a favorire le nuove progettualità emergenti”.
(lg)