Il consiglio comunale di Correggio (Reggio Emilia) approvò, il 27 ottobre 2006, una delibera con cui veniva costituita “una Società di capitali a partecipazione interamente pubblica, nella forma della società unipersonale a responsabilità limitata denominata ‘EN.COR srl’ alla quale affidare l’attività di produzione e distribuzione energetica derivante da fonti rinnovabili”. La decisione fu assunta sul presupposte che esistesse “un concreto interesse” dell’amministrazione comunale “a costituire una società che operi per proprio conto nel campo energetico, prevalentemente da fonti rinnovabili, con la relativa attività di produzione e distribuzione energetica nonché le necessarie attività connesse e conseguenti“.
Lo segnala Tommaso Foti (Fdi-An) in un’interrogazione rivolta alla Giunta regionale, dove ricorda che, al momento dell’atto costitutivo della società, il Comune “conferì un terreno agricolo per la costruzione dell’impianto ‘Eva’ per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, stimato 913.900 euro”. “Cinque anni dopo- aggiunge- fu deliberato l’aumento di capitale con il conferimento di beni (terreni e immobili) sempre di proprietà comunale stimati 3 milioni e 690.000 euro”. “Altri finanziamenti pubblici- rileva ancora il consigliere- sarebbero stati trasferiti alla società dal Comune nel 2010, 250.000 euro, e, successivamente, 280.000 euro per il progetto di teleriscaldamento fornito da EN.COR, mentre la Regione Emilia-Romagna avrebbe assegnato un contributo di circa 600.000 euro per i gassificatori e l’Unione europea altri 746.192 per il ‘Progetto Life’”.
E’ poi “nel triennio 2007-2010- riferisce Foti- che si materializzano i finanziamenti più consistenti grazie alle lettere di patronage: circa 29 milioni di euro sono affidati da Banca Nazionale del Lavoro, Banca Popolare di San Felice 1893 e Banco Popolare, lettere di patronage che espongono sotto il profilo economico il Comune di Correggio. Il 27 giugno 2013, infine, EN.COR Srl viene ceduta alla svizzera Amtrade per 202.000 euro”.
Foti considera “quanto meno desolante il quadro dell’iniziativa assunta dal Comune: due sentenze emesse dal Tribunale di Reggio Emilia, in primo grado civile, accertano gli obblighi dell’amministrazione comunale per 10.816.000 di euro nei confronti della Banca Popolare di San Felice e per 4.006.000 di euro nei confronti del Banco Popolare-Banco San Geminiano e San Prospero, mentre tutt’ora è pendente una causa con Banca Nazionale del Lavoro per una somma di contenzioso pari a 3.000.000 di euro”.
“La Corte dei Conti, inoltre,- evidenzia- ha di recente espresso parere negativo sul bilancio preventivo 2016, ritenendo illegittimo l’utilizzo del patrimonio comunale per risanare il debito corrente: la comunicazione della Corte dei Conti, tuttavia, pur essendo pervenuta al Comune il 12 ottobre 2016, risulta comunicata ai consiglieri comunali solo il successivo 24 ottobre con giustificazioni del ritardo prive di senso”.
Foti chiede quindi alla Giunta regionale se sia informata di quanto accaduto, se intenda assumere iniziative per verificare il corretto utilizzo del contributo erogato alla società e, nel caso, quali azioni intenda intraprendere nei confronti degli amministratori di EN.COR Srl a tutela dei propri interessi.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it)
(ac)