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EXPO. LA LEZIONE DI ALBERTO MANZI SULL’UOMO E LA FAME IN ANTEPRIMA A MILANO, DA OTTOBRE NELLE SCUOLE EMILIANO-ROMAGNOLE

Mori (presidente commissione Parità e Diritti): “Importante condividere esperienza tra comunità”. Torri (Ufficio Presidenza): “Un punto di partenza il lavoro sul maestro Manzi”. Farné: “Il cibo come formidabile centro di interesse didattico”. Segrè: “Educazione alimentare fuori dai programmi scolastici e in tv solo competizioni virtuali e poco virtuose”

Gli insegnamenti del maestro della televisione italiana dedicati, negli anni ‘70 del Novecento, al cibo e all’alimentazione, ma anche la sua denuncia, valida oggi come allora, sul perché l’uomo non abbia ancora vinto la sua più importante battaglia: quella contro la fame. Sono i temi al centro della mostra didattica “L’uomo contro la fame. La lezione di Alberto Manzi, ideata per le scuole dall’Assemblea legislativa regionale dell’Emilia-Romagna – dove ha sede il Centro ‘Alberto Manzi’ – e presentata oggi in anteprima a Expo 2015, al padiglione della Kip International School, l’organizzazione attiva nella diffusione dei contenuti della “Piattaforma del millennio” delle Nazioni Unite.

A rappresentare l’Assemblea legislativa, Yuri Torri, segretario dell’Ufficio di presidenza, e Roberta Mori, presidente della commissione Parità e diritti delle persone: non ha potuto partecipare all’iniziativa – come previsto – la presidente Simonetta Saliera, a causa di un leggero infortunio.

“È importante per noi essere qui oggi perché Expo è una occasione importantissima per condividere esperienze tra le comunità: noi siamo qui per raccontare la storia di Alberto Manzi, il simbolo della volontà di riscatto del nostro Paese nel dopoguerra- spiega Roberta Mori-, la sua lezione sul nutrire il pianeta deve essere per noi una occasione per nutrire anche le anime con lo spirito della solidarietà”. Particolare attenzione, spiega la presidente della commissione Parità e diritti, “deve andare alla promozione della parità tra i generi, perché le donne coltivano e lavorano più della metà dei prodotti che la nostra Terra offre”.

“L’anteprima di oggi della mostra sul maestro Manzi per noi è un punto di partenza, da settembre sarà ospitata in diverse scuole di tutta l’Emilia-Romagna per far conoscere anche ai ragazzi una figura così importante della nostra cultura- assicura Yuri Torri-. Siamo orgogliosi della nostra collaborazione con la Kip International School, e infatti a ottobre saremo di nuovo insieme qui per premiare i vincitori del premio Renè Cassin”. Non si ferma qui la presenza dell’Assemblea legislativa a Expo, ricorda il consigliere: “La partecipazione per noi è uno strumento fondamentale per avvicinare i cittadini, e l’Albero della Partecipazione che inaugureremo oggi pomeriggio è una forma semplice ma incisiva”.

Ha aperto la conferenza stampa Luciano Carrino, presidente della Kip International School; dopo di lui sono intervenuti Eliana Haberkon della Fao, membro del team delle Nazioni Unite a Expo, Alessandra Falconi del Centro Alberto Manzi e Etienne Turpin, segretario generale del ministero della Governance locale, sviluppo e gestione del territorio della Repubblica del Senegal.

Sarà proprio insieme a una delegazione della Repubblica africana che una rappresentanza di amministratori locali emiliano-romagnoli – tra cui il sindaco di Casalecchio di Reno (Bo), Massimo Bosso, l’assessore comunale di San Felice sul Panaro (Mo), Massimo Bondioli, e Roberta Fusari, assessore del Comune di Ferrara – parteciperà nel pomeriggio a un gioco di ruolo sulla partecipazione: si confronteranno sulla possibilità di accedere a un finanziamento pubblico, secondo uno schema di lavoro che richiama il funzionamento reale di comitati locali di sviluppo partecipato. Anche questo, così come la mostra, un format che verrà messo a disposizione dei docenti per avvicinare i ragazzi ai meccanismi partecipativi.

La mostra

La mostra, nelle scuole dal prossimo ottobre, propone una selezione di testi e immagini tratte dai lavori di Alberto Manzi (“L’uomo contro la Fame”, 1970 – e alcuni numeri “Speciali” de “La via migliore”). Con sorprendente attualità, la lezione di Manzi continua a parlare agli allievi di oggi e ieri, parla dei prodotti della terra che fin dall’antichità hanno nutrito il pianeta, della trasformazione delle piante che hanno poi conquistato un ruolo di primo piano nella sfida contro la fame, delle straordinarie opportunità offerte dell’industria della conservazione dei cibi; ancora: del dissennato consumo di suolo, che ha ridotto le aree coltivabili del mondo, e, infine, dello spreco alimentare.

“Non è un caso che il cibo sia stato per Alberto Manzi un formidabile centro di interesse didattico. Esso incrocia i più diversi saperi ed è al centro dell’esperienza quotidiana dei bambini- sottolinea Roberto Farnè, pedagogista e vicedirettore del Dipartimento di Scienze della qualità della vita dell’Università di Bologna, nella sua introduzione alla mostra– e poiché per Manzi imparare significava anche, sempre, dare senso a ciò che si imparava, il cibo non era solo geografia e storia, chimica e biologia, ma l’evidenziatore di un mondo dove l’umanità è divisa fra chi ha il cibo e il potere su di esso e chi soffre la fame”.

E cosa direbbe oggi il maestro Manzi su come viene “trattato” il cibo a scuola e in tv? “Probabilmente si stupirebbe nel constatare che l’educazione alimentare non rientra nei programmi scolastici e che gli oltre 70 format televisivi che girano nei canali televisivi sono perlopiù competizioni culinarie, molto virtuali e poco virtuose- sottolinea Andrea Segrè, professore ordinario di Politica agraria internazionale e comparata all’Università di Bologna nel suo intervento sulla mostra-. Nell’anno di Expo “Nutrire il pianeta” il cibo è al centro del mondo, ma il mondo del cibo non riesce a dare risposte concrete ai problemi alimentari del pianeta”.

Ripercorrendo alcuni dei temi trattati da Alberto Manzi sull’argomento, i dieci pannelli di cui si compone la mostra mettono in evidenza le fondamentali conquiste dell’uomo nella lotta contro la fame. Si parla della ‘invenzione’ del grano e della ‘scoperta’ del pane, dell’introduzione in Europa della patata dalle Americhe e della diffusione del mais, giunto a Venezia e poi venduto ai Turchi per poi ritornare agli stessi veneziani, che peccando di cattiva memoria lo ribattezzarono “granturco”. Nel pannello sull’Italia contadina saltano poi all’occhio le grandi trasformazioni avvenute nel nostro Paese in merito alla produzione agricola dagli anni ‘70 a oggi. Al contempo, l’esposizione rilancia la denuncia di Manzi, tuttora validissima, sulle cause che ancora impediscono la soluzione del “più grande problema del secolo”: nutrire tutti sulla Terra. Un terreno di sfida sul quale l’uomo deve continuare a misurarsi per “trovare una soluzione” e vincere in modo definitivo la sua battaglia contro la fame.

(Nelle foto allegate, immagini della mostra su Alberto Manzi e della conferenza stampa di presentazione questa mattina a Expo)
(jf) (is)

 

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