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FIERA BOLOGNA. AUDIZIONE BONI, OPPOSIZIONI DURE COL PRESIDENTE E SU ARRESTO DG BRUZZONE/ FOTO

M5s: chiarire buco bilancio; Lega: investimenti sbagliati; Fi: responsabilità Pd; AltraER: revocare licenziamenti, non sospenderli. Calvano e Paruolo (Pd): risolvere crisi, serve un altro clima

Audizione del presidente di BolognaFiere spa, Franco Boni, in commissione assembleare Bilancio, affari generali e istituzionali, presieduta da Massimiliano Pompignoli, in seduta congiunta con la commissione Politiche economiche, presieduta da Luciana Serri, sulla situazione attuale e sul piano industriale della società.

Dopo l’intervento del presidente di BolognaFiere è intervenuta Silvia Piccinini (M5s): “Chiediamo chiarezza sul buco di bilancio di BolognaFiere. Vogliamo trasparenza”. Pretendiamo inoltre, ha aggiunto la consigliera, “notizie in merito sull’arresto del numero due dalla società (il direttore generale dell’expo Antonio Bruzzone, ndr) che si occupava, a quanto risulta, del piano industriale e del tema occupazionale”. Sulla questione esuberi, l’esponente 5S ha sollecitato la Regione a opporsi ai licenziamenti: “Non possono pagare i lavoratori per situazioni che si sono create per responsabilità di altri”. Da chi è arrivato, ha poi domandato, “il mandato di lasciare a casa 123 dipendenti senza un piano industriale?”. Per Piccinini occorre “ridurre gli sprechi e rivedere la dirigenza di BolognaFiere”. Nel bilancio 2015, ha evidenziato, “ci sono dati che confermano l’inopportunità di prevedere licenziamenti, il peso dei lavoratori è pari al 20%. I numeri ci dicono che la fiera va male per altri motivi, sui servizi emerge, nel 2015, un ammanco di 3 milioni di euro”. Infine, sulla partecipazione all’Expo di Milano ha chiesto “quanto è stato perso”.

“Non siamo riusciti- ha rimarcato Daniele Marchetti (Ln)– a ottenere il bilancio di BolognaFiere, nonostante un accesso agli atti”. BolognaFiere, ha aggiunto, “non vive un momento felicissimo: esuberi, arresto del direttore generale, divergenze tra i soci, perdita di manifestazioni fieristiche, problema parcheggi”. A quanto risulta, ha poi sottolineato il consigliere, “le perdite sono del 77%, media annua, rispetto alle previsioni iniziali. E a pagare sono i lavoratori”. I soci pubblici, ha concluso, “che oggi si ergono a difensori dei dipendenti, hanno dormito, non sono stati capaci di programmare investimenti seri”. Marchetti ha infine chiesto “l’entità degli introiti derivanti dalla controllata BolognaFiere Cina”.

“La procedura di licenziamento- ha rimarcato Piergiovanni Alleva (AltraER)– deve essere revocata, non sospesa. A quanto pare si cerca di fare piazza pulita, evidentemente per ricercare un maggiore sfruttamento nei confronti dei lavoratori”. Certe qualifiche, ha aggiunto, “risultano totalmente eccedenti. Chi si occuperà in futuro delle attività in cui operano dipendenti in eccedenza? Gli stessi chiamati attraverso agenzie interinali o cooperative di sfruttamento?”. Qual è, ha insistito, “l’eccedenza oraria vera? Non c’è una reale situazione emergenziale, non c’è la necessità di passare dal pubblico al privato. Sulla privatizzazione di BolognaFiere non siamo d’accordo”. “I soci pubblici- ha concluso- sono più disponibili a investire, i privati tirano indietro, e vorremmo dare a loro BolognaFiere?”.

È poi intervenuto Galeazzo Bignami (Fi): “La vicenda dei 123 esuberi ci porta a riflessioni a tutto campo sul tema fiera, se oggi ci troviamo in questa situazione è perché in passato gli allarmi sono stati ignorati. Si è lasciato che la situazione si incancrenisse, il Pd e i suoi amministratori hanno precise responsabilità”. “Ok agli investimenti immobiliari- ha aggiunto- ma cosa ci mettiamo dentro? Il problema non sono i contenitori ma i contenuti. Occorre portare del lavoro all’interno della fiera per salvare i lavoratori, la loro battaglia è condivisibile”. Le scelte del passato, ha concluso, “sono state sbagliate. Salviamo BolognaFiere per salvaguardare i posti di lavoro”.

Per Giuseppe Paruolo (Pd) “in questo quindicennio non si è avuta la prontezza di recepire il cambiamento in corso”. Il punto da cui dobbiamo partire, ha rimarcato, è “l’attrattività del polo”. Ha poi criticato i soci privati: “vorrebbero cogestire senza investire”. Ha poi espresso “preoccupazione relativamente alla procedura che ha portato a 123 esuberi, la crisi va risolta”. Vorrei comprendere, ha aggiunto sullo stesso tema, “il tipo di risparmio conseguente ai licenziamenti”. Il piano industriale, ha concluso, “deve ripartire da un ruolo forte delle persone che lavorano nella fiera, una ristrutturazione che valorizzi i lavoratori”.

Paolo Calvano (Pd) ha ribadito che “la fiera va rilanciata, la decisione presa dai soci pubblici e privati di modificare la governance va in questa direzione. E’ sulla competitività della fiera che si gioca il futuro, dobbiamo creare i presupposti per la crescita”. Le sinergie “con Parma e Rimini consentono al polo fieristico regionale di essere più competitivo”. Serve, ha concluso il consigliere, “un piano industriale dettagliato, per rilanciare la società in un clima sociale favorevole, nella consapevolezza delle difficoltà. Pensiamo a forme di spending review, ma senza partire dai lavoratori”.

(Cristian Casali)

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