“La decisione del consiglio d’amministrazione di BolognaFiere di procedere allo scorporo del ramo dell’organizzazione degli eventi da quello della proprietà immobiliare non è una mera scelta gestionale, bensì inerisce le scelte strategiche circa il futuro della società. Dunque, occorre congelare l’operazione fino a quando i soci pubblici, che detengono la maggioranza, non si pronunceranno in modo inequivocabile in seno all’assemblea dei soci”. È questa la richiesta avanzata all’unisono dai rappresentanti dei sindacati dei lavoratori della società fieristica Bologna nel corso dell’audizione tenuta in seduta congiunta dalla commissione Bilancio, affari generali e istituzionali, oggi presieduta da Andrea Bertani, e dalla commissione Politiche economiche, presieduta da Luciana Serri.
Per la Cgil la scelta dello scorporo assunta dal Cda, data la rilevanza strategica, mal si concilia con la maggioranza pubblica dei soci, peraltro detentori della proprietà immobiliare dell’ente fieristico. Alla richiesta di chiarire la ratio della scelta dello scorporo – ha sottolineato Matteo Festi – la risposta del presidente Gianpiero Calzolari è stata che di strategie si parlerà in seguito. Il quadro che emerge è preoccupante – ha continuato – anche perché il tema dello scorporo ha soppiantato quello dell’ampliamento del polo fieristico, a quanto pare non più in agenda, operazione essenziale per trattenere Eima. Comprensibile, quindi, ha concluso il rappresentante di Cgil, l’allarme del sindacato per il futuro dei lavoratori e dell’indotto.
Usb ha puntato il dito contro la rapidità – appena 15 giorni – con la quale il Cda ha approvato lo scorporo dei due rami della società. Una scelta dietro la quale, a parere del sindacalista intervenuto, si celerebbe il piano dei soci privati di massimizzare il valore delle proprie quote societarie in vista dell’imminente quotazione in borsa della nuova società nata per l’organizzazione degli eventi fieristici. Lo scorporo – ha evidenziato – da un lato mette in sicurezza il patrimonio immobiliare, di proprietà dei soci pubblici, ma rischia di relegare questi soci a un ruolo subordinato rispetto ai privati, liberi di tentare l’avventura in borsa. Da qui la richiesta ai soci pubblici, Regione in testa, di bloccare l’operazione di scorporo.
Per Sgb l’operazione getta un’ombra fosca sul futuro dei dipendenti, facendo venire meno il valore di ‘bene comune’ del polo fieristico.
Due rappresentanti del consiglio dei delegati aziendali hanno sollecitato la Regione e gli altri soci pubblici, detentori della maggioranza, a non lasciare eccessivi spazi di manovra ai soci privati, dato che finora in BolognaFiere sono solo i primi ad aver messo i capitali.
Stefano Caliandro (Pd) ha ricordato l’impegno dei Dem per la difesa dei lavoratori della società fieristica in occasione dei ventilati esuberi, esprimendo contrarietà a qualsiasi ipotesi di scorporo immobiliare che possa configurare la costituzione di “bad e good company”. Infine, il capogruppo ha ribadito come le richieste ai vertici di BolognaFiere in merito alla valorizzazione del polo fieristico, alla tutela dell’occupazione e alla creazione di un’holding fieristica unica regionale siano state sempre chiare e univoche.
Silvia Piccinini (M5s) ha ribadito l’assoluta contrarietà dei pentastellati allo scorporo, lamentando di non aver ricevuto risposte convincenti dai vertici della società sui reali obiettivi della scelta. Per questo – ha sottolineato – è opportuno congelare ogni decisione. Nel frattempo, ha concluso la capogruppo, ci attiveremo per la convocazione di una seduta straordinaria dell’Assemblea legislativa in cui approfondire la questione e al termine della quale esprimere in modo chiaro e inequivocabile l’indirizzo del parlamento regionale.
Igor Taruffi (Si), più che la convocazione di una seduta dell’Assemblea legislativa, ha evidenziato la necessità di convocare in commissione Giulio Santagata, membro espresso dalla Regione nel Cda di BolognaFiere, al fine di conferirgli un mandato preciso.
Antonio Mumolo (Pd) ha richiamato la necessità di interrompere lo scorporo per approfondire le troppe questioni opache, auspicando un incontro tra sindacati e assemblea dei soci.
(Luca Govoni)