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Fiere, i dubbi di Bignami (Fi): “perché Bologna investe a Bari?”

Il consigliere chiede alla Giunta se “sia opportuno ‘avventurarsi’ in nuovi investimenti con società già in forte sofferenza come la stessa BolognaFiere”

Galeazzo Bignami
Galeazzo Bignami (Fi)

Nel 2015 una cordata composta da Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bari, BolognaFiere spa, Sogecos spa, Ferrara Fiere Congressi srl ha manifestato interesse per il bando di concessione sessantennale sulla valorizzazione, riqualificazione e gestione di aree del quartiere fieristico di proprietà dell’Ente Autonomo Fiera del Levante di Bari, dopo che un primo avviso pubblico nel 2013 andò deserto.

Prende spunto da questa notizia l’interrogazione di Galeazzo Bignami (Fi), che chiede alla Giunta regionale se la “newco che dovrà risollevare le sorti della Fiera del Levante sia stata costituita, quali siano le quote di ogni componente, chi rivesta la carica di presidente e chi quella di direttore generale”. Il consigliere chiede anche l’iter e le motivazioni che hanno portato BolognaFiere e il suo cda ad accettare di fare parte della cordata.

Il piano economico finanziario sembra essere importante, se, come segnala Bignami, “pare prevedesse, da parte della cordata, un investimento di 2 milioni di euro nell’attività di gestione della Fiera di Bari, di un milione di euro per mettere a norma i padiglioni espositivi, di altri 2 milioni di euro per gli immobili, in programma per il 2018: un vero e proprio piano di salvataggio dopo l’accumularsi di debiti da parte della Fiera del Levante e dell’esborso da parte dei soci pubblici di circa 9 milioni di euro”.

Bignami aggiunge anche che nel 2015 la proposta presentata dalla cordata è stata approvata dal Consiglio generale della Fiera del Levante, anche se “alla delicata situazione della Fiera di Bari si aggiunge quella della stessa BolognaFiere” che, di recente, “ha annunciato la mobilità per i 123 dipendenti part time (con conseguente esternalizzazione dei servizi) e ha dovuto fare i conti con un passivo record nel 2015 di 8,9 milioni di euro”. Come ricorda il consigliere, “successivamente BolognaFiere, su richiesta del Comune di Bologna, della Regione Emilia-Romagna e della Città metropolitana di Bologna, ha dato la disponibilità a sospendere la procedura di licenziamento collettivo, tuttavia è evidente una situazione di difficoltà perdurante”.

Inoltre, secondo il consigliere, è fondamentale che la Regione chieda conto degli investimenti per il piano industriale di BolognaFiere, visto che nel febbraio 2016 è avvenuta la ricapitalizzazione dell’ente fieristico grazie a uno stanziamento regionale di cinque milioni di euro che ha portato l’importo previsto da 12 a 17 milioni di euro.

 

Il consigliere vuole inoltre sapere dalla Giunta se ritenga opportuno “avventurarsi” in nuovi investimenti con società già in forte sofferenza, e se, alla luce della legge Madia sul riordino delle funzioni e il finanziamento delle Camere di Commercio, possa ritenersi coerente l’operazione economica relativa alla Fiera del Levante.

(ac)

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