Con una risoluzione è la Lega a chiedere al governo regionale di “promuovere iniziative ufficiali sul territorio regionale (a partire dal giorno del ricordo in memoria delle vittime delle foibe) a ricordo del martirio della giovane Norma Cossetto”. Per i leghisti Michele Facci (primo firmatario dell’atto), Daniele Marchetti, Valentina Stragliati, Fabio Rainieri, Emiliano Occhi, Andrea Liverani, Matteo Montevecchi, Gabriele Delmonte, Matteo Rancan e Maura Catellani un fatto “ancora colpevolmente ignorato”. Gli esponenti del Carroccio spiegano, infatti, che “tra le migliaia di vittime delle foibe una particolare menzione va riservata alla tragica morte di Norma Cossetto, insignita nel dicembre 2005 della medaglia d’oro al merito civile da parte del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, con questa motivazione: ‘Giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba: luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio’”. Un fatto, proseguono, “avvenuto nell’ottobre del 1943”. Lo scorso 14 settembre, rimarcano Facci e colleghi, “dopo quanto avvenuto in altre città della regione (il Comune di Bologna ha intitolato a Norma Cossetto i giardini sulla via Guelfa, mentre il Comune di Modena le intitolerà presto una via o una piazza), il Consiglio comunale di Reggio Emilia ha approvato una mozione per l’intitolazione di una via, piazza o locale istituzionale alla memoria di Norma Cossetto”. Ma, rilevano, “la commissione toponomastica del Comune di Reggio Emilia, incaricata di dare seguito al pronunciamento del Consiglio comunale, ha incredibilmente inteso sospendere il procedimento di intitolazione, con questa motivazione: ‘Riguardo alla mozione presentata in consiglio comunale su Norma Cossetto… la commissione chiede che vengano integrate le notizie storiche che avvallino tale richiesta’”. La stessa commissione, aggiungono i consiglieri, “ha rilevato ‘la mancanza di notizie storiche certe e verificate riguardanti le vicissitudini che hanno portato alla cattura e all’uccisione di Norma Cossetto’”. L’amministrazione comunale di Reggio Emilia, proseguono, “tramite l’assessore con delega alla toponomastica Lanfranco De Franco, ha giustificato la decisione assunta dalla commissione, in contrasto con l’indirizzo espresso dal Consiglio comunale (oltre che con la presidenza della Repubblica), dichiarando alla stampa: ‘La commissione ha autonomia di valutazione ed è composta da persone competenti anche sotto il profilo storico proprio per fare gli approfondimenti necessari per procedere alle intitolazioni. Ha la nostra piena fiducia e ringrazio i membri per il prezioso lavoro che svolgono’”. “La negazione di un crimine di guerra (così come la negazione della Shoah, di un crimine di genocidio o di un crimine contro l’umanità), come definito dallo statuto di Roma della Corte penale internazionale, è – evidenziano Facci e colleghi – circostanza aggravante dei delitti di propaganda razzista e di istigazione o incitamento alla commissione di atti razzisti”. I leghisti ricordano, infine, che la Regione Emilia-Romagna, con l’approvazione della legge regionale sulla promozione e il sostegno alle attività di valorizzazione della storia del novecento, “ha inteso riconoscere ‘l’importanza della memoria collettiva, nel rifiuto del negazionismo storico, quale pratica di cittadinanza attiva per preservare valori fondamentali quali la libertà, la democrazia, il rispetto dei diritti umani…’”.