L’Assemblea legislativa ha approvato le linee guida per l’utilizzo dei fondi europei del prossimo settennato.
Sul documento vertevano 32 emendamenti (alcuni dei quali, anche tra quelli presentati dalla minoranza, approvati) e 3 ordini del giorno (presentanti rispettivamente da Movimento 5 Stelle che è stato approvato, da Lega e Forza Italia che sono stati invece bocciati).
Nella sua relazione, il sottosegretario alla presidenza della Giunta Davide Baruffi ha riassunto la posizione dell’esecutivo presieduto da Stefano Bonaccini e ha ampiamente elogiato il lavoro fatto dall’Assemblea, da tutte le forze politiche: ne è seguito un serrato confronto tra i gruppi assembleari.
“Ci sono dei bei titoli che condividiamo, ma quando si va nel merito ci sono problemi: troppa spinta alla teoria del Gender e poca attenzione alla famiglia e alla sicurezza urbana, ma d’altra parte cosa ci si può aspettare da un documento strategico che cita 123 volte la parola digitale e pochissime volte la parola natalità, benché il 2020 sia stato l’anno con meno nascite nella nostra storia. Anche quando si parla di infrastrutture si fa riferimento solo alle aree urbane e non all’Appennino e alle aree interne che continuano a essere ignorate”, taglia corto Marco Lisei (Fdi), mentre Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle) ha sottolineato l’importanza dei fondi europei straordinari per la ripartenza post coronavirus, “sono risorse di cui dobbiamo essere grati all’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte: sono risorse che ci permettono di decidere cosa sarà la nostra regione da qui al 2050, dobbiamo cambiare il nostro modello di sviluppo per risolvere la sfida dei cambiamenti climatici all’insegna della stella polare della transizione ecologica”.
“Dobbiamo perseguire strade innovative sulla tutela ambientale e la riduzione dell’uso delle energie inquinanti, dobbiamo ridurre l’evaporazione dell’acqua lungo i canali e aumentare la produzione di energia pulita senza consumo di suolo”, spiega poi Piccinini che, in tal senso ha presentato un ordine del giorno che chiede il coinvolgimento dei soggetti di gestione dei canali e dei corsi d’acqua emiliano-romagnoli. “E’ una strada innovativa che può farci fare dei passi in avanti”, rimarca la pentastellata.
Sostegno ai provvedimenti è arrivato, invece, dalla maggioranza che con Stefania Bondavalli (lista Bonaccini) ha ricordato come “Giunta e Assemblea stanno lavorando per ottenere anche nella prossima programmazione gli ottimi risultati del passato, operiamo per il rilancio della nostra Regione nella fase della ripresa post coronavirus: vogliamo una regione inclusiva che, ad esempio, sappia da un lato intercettare la dispersione scolastica dovuta in gran parte alla didattica a distanza e allo stesso tempo intervenire sui chi non studia e non lavora”, mentre per Lia Montalti (Pd) “stiamo approvando un quadro strategico che permetterà di raggiungere obiettivi importanti e per questo serve un confronto molto ampio che coinvolga tutte le parti sociali e istituzionali necessarie: l’Assemblea legislativa deve avere un ruolo di grande rilievo, si parla di tratti identitari di questo documento strategico. Vogliamo una regione forte, con un nuovo modello di rilancio, tenendo come pilastri lo sviluppo economico e la coesione sociale”.
Netta la posizione di Roberta Mori (Pd): “L’Emilia-Romagna vanta successi di sistema nella gestione e nella spesa dei fondi europei, non si tratta di trionfalismi ma di fatti, e ora dobbiamo vincere questa sfida operando all’insegna della coesione e dell’inclusione sociale”. Mori sottolinea anche l’importanza di “superare le diseguaglianze ormai diventate insopportabili, dobbiamo agire all’insegna dei diritti perché si possano esporre a pieno potenzialità, per rimuovere gli ostacoli e promuovere i talenti, a partire dalle donne: la ripresa delle natalità passa in primo luogo dalla sicurezza e dalla coesione sociale”. Da parte della consigliera democratica anche una menzione per a tutte le donne vittime di violenza: “Anche per loro continueremo a fare la nostra parte”.
Bocciatura, invece, da parte di Giancarlo Tagliaferri (Fdi) per il quale “Giunta e maggioranza ci propongono con un nuovo nome la gestione dei fondi europei fatta esattamente come prima della pandemia, come se il coronavirus non ci avesse costretti a cambiare: come sempre in Emilia-Romagna tutto va bene, ma così, a partire dalle poche pagine dedicate alla sanità, sminuite di ogni validità il documento sui fondi europei trasformandolo nel solito libro di marketing privo di idee e fatto solo di annunci. Si conferma che chi governa questa Regione non è più in sintonia con i cittadini”.
Per Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa), invece, “dobbiamo operare in un ordine politico chiaro nella fase della ripresa post pandemia: dobbiamo lavorare sulla necessità di una transizione ecologica accompagnata da un cambiamento sociale profondo. Operiamo a sostegno di un mondo del lavoro più stabile e più giusto, con una prospettiva diversa da precariato e da frammentazione che abbiamo vissuto in questi anni anche in Emilia-Romagna, purtroppo dobbiamo registrare che anche da noi ci sono casi di caporalato: dobbiamo costruire una società diversa”. Sulla stessa linea Igor Taruffi (ER Coraggiosa) che ha ricordato come “se l’Emilia-Romagna ha l’efficace capacità di gestione e di spesa dei fondi europei è perché c’è una struttura amministrativa di qualità, perché ci sono dipendenti pubblici di valore benché ci siano dei ministri della Repubblica che li chiamano fannulloni”. Taruffi ha elencato i punti di forza dei documenti approvati dall’Assemblea: “Lotta alle diseguaglianze, coesione territoriale, impegno per le parità territoriali, transizione ecologica e transizione digitale: sono i terreni di sfida per l’Unione europea e la pandemia ha cambiato tutto smentendo i cultori del mercato fine a se stesso, dimostrando quanto sia importante il ruolo dello Stato nell’economia”.
Per Silvia Zamboni (Europa Verde) “la pandemia ci ha insegnato che niente può più essere come prima, ma non si può trattare solo di una frase: dobbiamo fare scelte chiare”. Zamboni ha usato parole molto nette nel condannare i molti episodi di razzismo che avvengono anche nella nostra regione e ricordato come non possono essere le donne a subire sempre gli effetti peggiori delle crisi.
Notevoli e circostanziate critiche, invece, dalla Lega con Matteo Montevecchi (“Ci si investono molti milioni di euro, ma i risultati ottenuti, numeri alla mano, sono insufficienti”), Maura Catellani (“Le imprese hanno esigenza che siano garantiti finanziamenti chiari e certi nel tempo e la burocrazia deve passare sotto il rullo della semplificazione”), Daniele Marchetti (“Servono interventi sulla sanità e aumentare il sostegno alle imprese perché oggi aiutare le imprese è fare politiche sociali”) e Simone Pelloni che ha lamentato i ritardi nella ricostruzione della zona del sisma del 2021, soprattutto per quanto riguarda le liquidazioni dei fondi ai privati. Sempre dai banchi del Carroccio è intervenuto Fabio Rainieri che ha calibrato il suo intervento soprattutto sui temi collegati al mondo agricolo, presentando diversi emendamenti: “Questo documento ha dei problemi strutturali, vuole continuare a usare le risorse nel settore agricolo come è stato fino ad oggi, dicendo che nel passato è andato tutto bene: così non è, ci sono stati errori e in ogni caso la pandemia ci impone di cambiare. Dobbiamo – spiega Rainieri – investire sul capitale umano, in particolare sui giovani, si deve semplificare l’iter delle domande di accesso ai fondi in agricoltura”. Rainieri ha chiesto anche un cambio di passo sulle politiche per la forestazione, la cura dei boschi.
Nella loro replica il relatore di maggioranza Marco Fabbri (Pd) e i suoi colleghi di minoranza Massimiliano Pompignoli (Lega) e Valentina Castaldini (Fi) hanno riproposto i temi esposti ieri in apertura dei lavori: pieno sostegno da parte di Fabbri, richiesta di cambio di passo da parte di Pompignoli e Castaldini.
Ai consiglieri regionali ha risposto il presidente della Regione Stefano Bonaccini: “Abbiamo lavorato con la massima condivisione, sul patto per il lavoro e per il clima abbiamo coinvolto oltre 50 soggetti”, spiega Bonaccini che ricorda come “stiamo lavorando per dare una prospettiva di certezza per il futuro dell’Emilia-Romagna”. Bonaccini ha ricordato le buone performance di utilizzo dei fondi europei fin qui dimostrata dalla Regione Emilia-Romagna e l’aumento delle risorse europee per il futuro del territorio emiliano-romagnolo. “Ciò che oggi è mediazione per il paese ricalca i concetti contenuti nel nostro patto per il lavoro e per il clima”, ricorda poi Bonaccini riferendosi alle recenti scelte del Governo Draghi, indicando nel lavoro dell’amministrazione regionale un punto di forza anche a livello nazionale. “Stiamo mettendo a riparo l’Emilia-Romagna dalle scosse telluriche della crisi e della pandemia”, spiega il presidente, per il quale “attraverso la spesa e gli investimenti che abbiamo a disposizione vogliamo tornare entro la fine della legislatura ai livelli di crescita del Pil e tasso di disoccupazione precedenti alla crisi della pandemia da coronavirus: stiamo facendo un lavoro di grandissima qualità per essere orgogliosi di vivere e lavorare in Emilia-Romagna”.
Dura la replica di Matteo Rancan (Lega),per il quale “la Giunta ha portato un documento che è solo propaganda politica e nel suo intervento il presidente Bonaccini ha fatto un comizio: ringrazio il relatore di maggioranza consigliere Marco Fabbri per il suo lavoro, che ha reso possibile l’approvazione di alcuni emendamenti proposti dal Carroccio e dal centrodestra, ma – insiste – in Regione serve un cambio di passo che in questo documento non c’è: manca la semplificazione burocratica e, pur essendo una delega diretta del presidente della Regione, in questi anni non abbiamo visto cambiamenti”.
Dal canto suo Marcella Zappaterra (Pd) ha elogiato il lavoro della Giunta e della Regione: “Questo documento è strategico perché ci dice come sarà questa regione e come ci si vivrà: abbiamo bisogno – spiega – di farla ripartire, di tornare a correre ma non guardando solo all’immediato ma sapendo quello che deve essere il punto di approdo delle nostre riforme: abbiamo tutti i contenuti per posizionare questa regione a livelli di avanguardia”.
(Luca Molinari)
Leggi anche la prima parte del dibattito, con gli interventi dei relatori di maggioranza e minoranza.