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Formazione. La commissione affronta la petizione popolare sui corsi professionali

Tra le richieste emerse dal dibattito ci sono quelle di più fondi e norme di accesso omogenee a livello nazionale

Disco verde della commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Ottavia Soncini , alla relazione in risposta alla petizione popolare sulla richiesta di introduzione dei requisiti di accesso ai contratti di formazione specialistica finanziati dalle Ausl e dalla Regione Emilia-Romagna”. Punto forte della petizione la richiesta di nuove risorse aggiuntive rispetto a quelle statali per sostenere i contratti di formazione. Tema su cui i competenti uffici regionali hanno sottolineato come la Regione da tempo investa anche proprie risorse sulla formazione sanitaria. È stato poi sottolineato come uno degli altri temi posti dalla petizione (norme di accesso “territoriali”) sia stato posto all’attenzione della conferenza Stato-Regioni, ma non è possibile introdurre ulteriori “norme territoriali”. I tecnici ricordano come già i bandi della Regione Emilia-Romagna abbiano in se parametri che chiedono a chi segue corsi di formazione in regione di restare a lavorare sul territorio per un periodo pari almeno a quello della durata del corso. “Questa petizione è più che condivisibile anche perché oltre che più fondi è necessario anche avere norme di accesso ai corsi omogenee a livello nazionale”, ha spiegato in commissione il consigliere Simone Pelloni (Lega). Dal canto suo la consigliera Manuela Rontini (Pd) ha ribadito, partendo anche da risoluzioni in tal senso approvate nella scorsa legislatura, l’importanza di favorire il fatto che il personale medico-sanitario che si forma in Emilia-Romagna resti a operare sul territorio regionale, ovvero dove ha frequentato i corsi di formazione. “

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