Imprese lavoro e turismo

Respinta la risoluzione della Lega per istituire la professione di capo mugnaio

L’Aula non approva la risoluzione di Liverani (Lega) che impegnava la Regione a introdurre il responsabile di produzione molitoria, “chiesta anche dagli operatori di settore e che valorizzerebbe i mulini storici”. Maletti (Pd): “Servirebbe la richiesta di un grande numero di imprese”

La Regione Emilia-Romagna proponga l’introduzione della figura professionale di “Capo mugnaio – Responsabile di produzione molitoria”, per inserire la nuova qualifica nel Repertorio e standard professionali.

La proposta arriva dalla Lega con una risoluzione firmata da Andrea Liverani (primo firmatario), Massimiliano Pompignoli, Gabriele Delmonte, Maura Catellani, Matteo Rancan, Michele Facci, Simone Pelloni, Fabio Bergamini, Matteo Montevecchi, Emiliano Occhi, Fabio Rainieri, Valentina Stragliati, Daniele Marchetti, Stefano Bargi.

“Il Sistema regionale delle qualifiche – ha precisato il consigliere – costituisce un comune riferimento per il mondo del lavoro e il sistema formativo e il Repertorio e standard professionali richiede un continuo e costante aggiornamento, affinché risulti adeguato all’evoluzione dei processi lavorativi, delle competenze richieste dal mercato e dei relativi percorsi formativi. Una figura richiesta dagli operatori di settore. E va a supporto di chi ha competenze conclamate”. La procedura per le nuove qualifiche del Repertorio regionale può essere fatta anche direttamente dalla Regione. Oggi sono 165 le qualifiche formalizzate. “La Regione ha interesse a promuovere questa figura – ha affermato Liverani – per la valorizzazione dei mulini storici”.

Inoltre, secondo il consigliere, il capo mugnaio sarebbe di sopporto alle aziende. Liverani ha evidenziato anche “il valore culturale e turistico che si potrebbe legare a questo riconoscimento”, Liverani ha poi ricordato che “l’Associazione italiana amici dei mulini storici, costituitasi a Revere (Mantova) nel 2011, raccoglie al suo interno circa 110 mulini in Emilia-Romagna con lo scopo di promuovere dal punto di vista turistico-culturale i territori, il paesaggio e i mulini storici”.

Secondo Francesca Maletti (Partito democratico) dopo alcuni incontri con Associazione amici mulino storico, Amici mulino Scodellini e Mulino Naldoni di Faenza, viste le disposizioni “è necessarie il fabbisogno di competenze e professionalità richiesto da un sistema ampio di imprese con effettiva occupabilità. Ma qui non c’è una rilevanza numerica e il costante funzionamento per garantirne la redditività. Preciso che a livello nazionale non è ricompresa la qualifica di mugnaio. Per rispondere alla richiesta di competenza di imprese non è necessario creare nuove figure professionali”. Ma si può agire con la formazione se le imprese ne hanno bisogno avendo individuato specifiche filiere. “La Regione resta aperta a percorsi specifici per figure già esistenti. Ma ora non si vede la motivazione per una nuova figura” ha concluso Maletti.

(Gianfranco Salvatori)

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