Governo locale e legalità

FUSIONE COMUNI. BORGONOVO VAL TIDONE E ZIANO PIACENTINO (PC), VIA LIBERA DALL’ASSEMBLEA LEGISLATIVA AL REFERENDUM: PAROLA AI CITTADINI

L’Aula ha approvato all’unanimità la delibera di richiesta del referendum consultivo delle popolazioni residenti che si potranno pronunciare a favore o contro la fusione dei due Comuni della Val Tidone

Avanti con la fusione dei Comuni di Borgonovo Valtidone e Ziano Piacentino, in provincia di Piacenza. E’ quanto ha deciso l’Assemblea legislativa votando all’unanimità la delibera di indizione del referendum consultivo che porterà al voto, presumibilmente il prossimo 13 marzo, i residenti nei due comuni. La parola passa dunque ai cittadini, che nella consultazione dovranno esprimersi in favore o contro la fusione e scegliere tra una rosa di nomi quello da dare all’eventuale futuro nuovo Comune unico.

In attesa del referendum, viene sospeso l’iter del progetto di legge che istituisce il nuovo Comune unico al posto dei due preesistenti. E dalla Legge di Stabilità in voto al Senato potrebbe arrivare il raddoppio dei fondi statali riservati alle fusioni: tradotto in cifre, significherebbe per l’eventuale nuovo comune unico della Val Tidone un contributo statale di 700 mila euro all’anno (anziché i 350 mila attuali) per un decennio; il raddoppio dei fondi statali dovrebbe infatti interessare le fusioni in via di definizione nei territori, ma anche quelle già deliberate.

Gian Luca Molinari (Pd), relatore di maggioranza del progetto di legge, ha ricordato che i due Comuni “sono storicamente collegati da continuità economica e territoriale. Per il territorio piacentino si tratta di un percorso importante- ha sottolineato- in quanto è la prima concretizzazione di volontà di Comuni di arrivare a fusione, mentre si assiste a un’accelerazione dal punto di vista politico che porterà anche altre iniziative nella stessa provincia che consentiranno di superare l’eccessiva frammentazione delle amministrazioni piacentine”. In caso di fusione, ha ricordato,  il Comune unico avrà una popolazione residente di circa 10 mila e 500 abitanti e una estensione di 84 chilometri quadrati A sostegno del nuovo Comune, la Regione erogherebbe un contributo annuale di 156.000 euro all’anno, per complessivi quindici anni, e, in aggiunta, a titolo di compartecipazione alle spese iniziali, un contributo straordinario in conto capitale di durata triennale pari a 150.000 euro all’anno. “Quello sul testo di legge per la fusione- ha infine precisato il relatore- in commissione è stato un normale confronto. La richiesta di audizione dei sindaci avanzata in tale sede non aveva intenti dilatori e non avrebbe interferito sulle tempistiche previste sia dai territori che dalla stessa commissione. Il Pd- ha concluso- sosterrà il progetto sul territorio e si adopererà per la massima informazione possibile”.

“Quando ci sono le condizioni siamo a favore delle fusioni e in questo caso i territori sono pronti- ha dichiarato Matteo Rancan (Ln), relatore di minoranza del progetto di legge-. Ciò che serve ora è la massima informazione nei confronti dei cittadini che dovranno essere coinvolti il più possibile, affinché si rechino in massa a votare nel referendum. I sindaci- ha confermato- sono stati sentiti per l’eventuale audizione ma come successo in altre fusioni non hanno ritenuto di venire, non ritenendo necessari altri approfondimenti in aggiunta a quelli già contenuti nello studio di fattibilità in nostro possesso. Invece sentire i cittadini sarà un passaggio fondamentale, cercheremo di dare la massima collaborazione anche facendo informazione sui territori”.

Per Tommaso Foti (FdI-An) quella degli amministratori che hanno richiesto l’avvio dell’iter di fusione “è una scelta di spessore, per l’istituzione di un Comune unico che conterebbe 10 mila abitanti: un segnale per tutta la provincia, da sempre refrattaria alle fusioni. I Consigli comunali avevano formalizzato la richiesta di procedere e non accetto che si faccia finta di non aver tentato di ostacolare questa fusione”, ha sottolineato il consigliere, che ha parlato di “tentativo dilatorio” perpetrato in commissione Bilancio. “Non solo sono favorevole a questa fusione, ma anche ad altre che si affacciano sul territorio piacentino. Ora l’unica legittimazione sia il voto dei cittadini- ha concluso- e chiedo che il presidente Bonaccini, come ha fatto in altri casi, non manchi di recarsi anche in questi Comuni per invitare gli elettori al voto”.

“Voteremo a favore anche in questo caso, come altri di fusione- ha detto Igor Taruffi (Sel) – perché riteniamo che le fusioni siano processi importanti e utili per i cittadini e vadano sostenuti. Ci fa quindi piacere ricontrare questa volta, a differenza di altri casi, una lettura condivisa di aspetti che prescindono dalla coloritura politica degli amministratori dei Comuni interessati dalle fusioni”.

“Non siamo contro le fusioni a prescindere, ma ci opponiamo alle forzature”, ha affermato Massimiliano Pompignoli (Ln). “In questo caso- ha proseguito- era evidente che la fusione non era ben voluta dal Pd. Ma qui nessuno ha forzato la mano sulla volontà dei Consigli comunali e noi non discutiamo, saranno i cittadini sulla base di informazioni che devono essere veritiere a dirci se andare avanti”.

“Siamo a favore delle fusioni, ma soprattutto della partecipazione, e contro scelte calate dall’alto e la strumentalizzazione dei soldi usati come argomento in campagna elettorale-  ha detto Andrea Bertani (M5s)- Le fusioni funzionano se c’è un percorso che parte da lontano. In questo caso c’era l’urgenza, ma serve un percorso di informazione ben fatto per i cittadini. Sull’efficienza dei servizi e le ricadute delle fusioni è bene che sia partito l’osservatorio. Anche sulle Unioni di Comuni- ha concluso-  riteniamo che si debba capire se l’efficienza è migliorata perché in alcuni casi riteniamo ci siano problemi”.

L’assessore Emma Petitti ha ricordato che questa fusione, la prima nel piacentino, si va a sommare alle 8 già concluse in tutta la regione e che hanno coinvolto 23 Comuni. “In questo momento c’è un dibattito importante con le amministrazioni – ha detto- e stiamo raccogliendo proposte per elaborare studi di fattibilità e almeno quattro altre proposte di fusioni saranno presentate nei primi mesi del 2016. La volontà va oltre l’appartenenza politica- ha sottolineato- si tratta di operazioni che possono contare su risorse importanti e certe, con vantaggi che hanno ricadute importanti nel governo e nella competitività dei territori”. Con riferimento alla Legge di Stabilità al voto in Senato, l’assessore ha ricordato che “i fondi statali a vantaggio della fusione di Borgonovo Val Tidone e Ziano Piacentino potrebbero passare da 351 a 702 mila euro per un intero decennio. Il referendum- ha concluso- si dovrebbe tenere il 13 marzo”.

(is)

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