Governo locale e legalità

FUSIONE COMUNI. NO IN COMMISSIONE BILANCIO A PDL MARCHETTI D. (LN) PER PROCEDERE A FUSIONE SOLO SE OGNI SINGOLO COMUNE VOTA A FAVORE

Ln: “Modificare legge regionale per dare più peso a volontà dei cittadini”. Pd e Sel: “Legge funziona, non va sabotata”. M5s: “Importante rispettare voto popolare”

La commissione Bilancio, affari generali e istituzionali, presieduta da Massimiliano Pompignoli, ha esaurito l’esame del progetto di legge presentato da Daniele Marchetti (Ln) per modificare la legge regionale in materia di riordino territoriale e di sostegno alle unioni e alle fusioni di comuni. Il voto è stato negativo: si sono espressi a favore dell’unico articolo del disegno di legge regionale Ln e M5s, hanno votato contro Pd e Sel.

La modifica proposta, ha spiegato il consigliere, “introduce, nel caso di espletamento di referendum consultivo territoriale per una fusione di Comuni, una diversa modalità di valutazione dell’esito del voto, stabilendo che il ‘sì’ alla fusione debba risultare maggioritario in ogni singolo Comune interessato alla consultazione”. In questo modo “si intende rafforzare la piena autodeterminazione dei cittadini anche nell’espressione del proprio dissenso”.

Per Gian Luigi Molinari (Pd) la legge regionale funziona “proprio perché non fissa quorum da rispettare, ascoltando i cittadini senza vincolarsi al voto referendario, meramente consultivo”. Ogni richiesta di fusione di Comuni, ha evidenziato il consigliere, va analizzata “valutando la specificità e la complessità delle scelte territoriali e questo compito lo può e lo deve svolgere solo l’Assemblea legislativa; se si cominciano a inserire norme stringenti, tutto si ferma”.

Andrea Bertani (M5s) ha motivato il sostegno al progetto di legge sottolineando come “l’obiettivo sia di definire più compiutamente la volontà dei cittadini pur rimanendo la responsabilità finale del consenso alla fusione in capo all’Assemblea legislativa”. Proprio perché l’ascolto dei cittadini è fondamentale, ha concluso, “l’espressione del loro voto deve essere correttamente considerata; per un voto consapevole, infine, è doverosa una corretta informazione”.

Igor Taruffi (Sel) ha contestato la proposta in quanto il referendum “è meramente consultivo, quindi o lo si rende vincolante o il tema della maggioranza pro o contro la fusione in ogni singolo comune interessato appare strumentale”. Se l’obiettivo della Ln, ha concluso, non è di fermare le fusioni, “l’unica strada è di assumersi la responsabilità politica di sostenere una determinata scelta senza inseguire gli umori contingenti dei singoli territori”.

Per Daniele Marchetti e Massimiliano Pompignoli (Ln) “ancorché il referendum sia solo consultivo qualsiasi voto espresso a maggioranza deve essere democraticamente rispettato, così come deve essere garantita un’informazione corretta, in particolare in merito ai contributi statali per i nuovi comuni nati da fusione”.

Roberto Poli (Pd), infine, ha ricordato che “nelle Regioni in cui si sono stabiliti quorum e soglie, le fusioni di comuni sono al palo”. La nostra Regione, invece, si è dotata di una legge che “consente l’espressione democratica e porta a compimento le fusioni, perché rispetta le scelta, senza imporle, e governa i processi”.

(lg)

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