Governo locale e legalità

FUSIONE DI COMUNI. AL VIA IN COMMISSIONE LA PROPOSTA DI MODIFICA DELLA LEGGE REGIONALE

Al centro del dibattito tra maggioranza e opposizione i criteri per la valutazione del voto referendario

Prende il via in commissione Bilancio, affari generali e affari istituzionali, presieduta da Massimiliano Pompignoli, l’esame del progetto di legge “Norme di promozione dei percorsi associativi: ambiti ottimali, Unioni, fusioni e incorporazioni di Comuni”, di cui è relatore di maggioranza Igor Taruffi (Sel), mentre relatore di minoranza è Daniele Marchetti (Ln).
La proposta di legge si propone di agevolare i processi associativi dei Comuni introducendo norme di semplificazione e colmando vuoti normativi nella legislazione regionale. Le novità più importanti contenute nel provvedimento riguardano la fusione mediante incorporazione di uno o più comuni in un comune contiguo, anche nel caso di Comuni già istituiti a seguito di fusione, l’individuazione di criteri per la valutazione del voto referendario, l’istituzione dell’Osservatorio regionale delle fusioni e infine la possibile ridelimitazione degli ambiti territoriali ottimali anche per l’anno 2016.

In sede di illustrazione della proposta legislativa, un approfondimento è stato dedicato dall’assessore al Riordino istituzionale, Emma Petitti, ai criteri per la valutazione del voto referendario. Sulla base delle spiegazioni fornite dall’assessore, il procedimento legislativo si conclude senza passare all’esame degli articoli del progetto di legge quando i voti complessivi sul referendum per la fusione sono contrari alla fusione stessa e contestualmente l’esito è sfavorevole almeno nella metà dei Comuni interessati. In tutti gli altri casi, l’Assemblea legislativa può procedere immediatamente all’esame del progetto di legge di fusione tranne quando: a) i voti complessivi sul referendum sono favorevoli alla fusione ma in almeno la metà dei Comuni prevale il voto contrario; b) i voti complessivi sul referendum sono sfavorevoli alla fusione ma nella maggioranza dei Comuni prevale il voto favorevole. In questi casi l’Assemblea legislativa può approvare la legge solo dopo aver preventivamente acquisito il parere dei Consigli dei Comuni in cui l’esito del referendum è stato contrario alla fusione.

Per Igor Taruffi (Sel), relatore del progetto di legge, le fusioni mediante incorporazione sono una novità rilevante, accompagnata dalla possibilità per i cittadini di avviare il processo di incorporazione mediante raccolta di firme (almeno il 25% in ogni singolo comune) per l’indizione di un referendum consultivo. Dato che l’aspetto più delicato del disegno di legge regionale riguarda i criteri di valutazione del voto referendario, Taruffi ha garantito “massima apertura al confronto e alla messa a punto di eventuali modifiche condivise, in particolare quando il voto referendario consultivo interessa più di due comuni”.

Daniele Marchetti (Ln), relatore di minoranza, ha ribadito come il nodo problematico del provvedimento legislativo sia l’individuazione di criteri per la valutazione del voto referendario il più possibile condivisi. Per Marchetti, infatti, “il principio dirimente che la legge regionale deve salvaguardare è l’espressione del voto in ogni singolo comune, al fine di rispettare integralmente la volontà popolare”. Infine, secondo il consigliere, vanno corrette alcune palesi contraddizioni presenti nell’articolato, come quella che in un punto prevede la retroattività di norme per i processi di fusione in corso mentre in un altro la esclude.

Andrea Bertani (M5s) ha espresso dubbi in merito alle modifiche introdotte circa la tempistica d’indizione dei referendum e alle modalità previste circa le fusioni per incorporazione, da lui definite “fusioni rapide”, riguardo alle quali ha chiesto “se è ancora necessario lo studio di fattibilità e se sono anch’esse destinatarie dei fondi previsti per le fusioni”. Riguardo al tema della valutazione del voto dei referendum, ha ammonito alla salvaguardia della volontà popolare, “altrimenti la fusione diventa annessione”.

Per Giorgio Pruccoli e Gian Luigi Molinari (Pd) la filosofia di fondo delle norme regionali, che il Pd sposa in toto, è facilitare le fusioni di Comuni in una logica di chiarezza e di responsabilizzazione delle comunità locali e dei consigli comunali. “Il referendum- hanno spiegato i consiglieri- è consultivo e serve per verificare se esiste idem sentire tra consiglio comunale, che ha avviato il processo di fusione, e cittadini: la volontà popolare, pertanto, va interpretata e in questo senso è opportuno tenere in considerazione, per la valutazione del voto referendario, sia la maggioranza complessiva dei voti espressi nei comuni interessati alla consultazione sia quella emersa in ogni singolo comune”. Il fatto, poi, che, in caso di voto referendario contrario in un comune, la parola finale sulla fusione passi al consiglio comunale di quel comune, secondo i due consiglieri “è esercizio democratico importante, perché fa sì che la Regione possa procedere solo in un quadro di chiarezza del contesto locale interessato, nel quale sia i cittadini sia gli amministratori sono stati ampiamente coinvolti”.

Gabriele Delmonte (Ln) ha ravvisato l’opportunità di “introdurre un limite temporale all’interno del quale impedire l’avvio di un processo di incorporazione nel caso coinvolga un comune nel quale si sia svolto un referendum con voto maggioritario contrario a un processo di fusione”.

Galeazzo Bignami (Fi) ha criticato le norme introdotte in materia di fusione per incorporazione di Comuni, ritenendole, alla luce di recenti sentenze della Consulta, “di dubbia legittimità costituzionale”. In merito ai criteri di valutazione del voto referendario, il capogruppo di Fi ha riaffermato “l’importanza di tutelare la volontà popolare espressa in ogni singolo comune, al fine di evitare ‘stupri istituzionali’ come quello verificatosi in occasione del referendum per il Comune unico Valsamoggia”. Bignami, infine, ha contestato le norme in materia di strumenti di pianificazione urbanistica e quelle sulla delimitazione degli ambiti ottimali, preannunciando la presentazione di numerosi emendamenti.

(Luca Govoni)

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