Sopralluogo della commissione Territorio, presieduta da Manuela Rontini, a Galliera, nel bolognese, nell’area dell’insediamento industriale, oggi dismesso, sede dell’azienda Caffaro Spa, prima della Siapa Spa, ora in amministrazione straordinaria, dove sono stati prodotti dagli anni ’50 al luglio 1999 fitofarmaci liquidi, in polveri e granulari.
La Regione Emilia-Romagna è già intervenuta concedendo un contributo di 2 milioni e mezzo di euro al Comune di Galliera (delibera del 14 dicembre 2015) per le spese previste nel primo dei tre stralci del progetto preliminare di messa in sicurezza e bonifica dell’area, che avrebbe un importo complessivo di massima di 6 milioni e mezzo di euro.
L’obiettivo del progetto è il “recupero e lo smaltimento di materiale contaminato in un’area stimata di mq.1000 e per una profondità di 2 metri e il completamento del sistema di pompaggio dell’acqua di falda con tutte le opere necessarie per garantirne il funzionamento”. “Le indagini condotte nei suoli- si legge nella delibera- e l’analisi di rischio ultimata nel marzo 2011, hanno evidenziato la necessità di realizzare un intervento di emergenza mediante capping di un’area a ridosso del canale Riolo”, oltre all’avviamento della barriera idraulica, con trattamento delle acque sotterranee, visto che, da verifiche condotte fin dagli anni 2000, è stata messa in evidenza una situazione di inquinamento della falda anche esternamente ai confini della proprietà.
La proposta di un sopralluogo nel sito è arrivata da Galeazzo Bignami (Fi), che, sulla vicenda, ha presentato quattro interrogazioni, una nel 2010 e le altre nel 2015.
Alla visita hanno preso parte anche l’assessore alla Difesa del suolo, Paola Gazzolo, il sindaco di Galliera, Anna Vergnana, che ha spiegato brevemente ai consiglieri la storia del sito, tecnici di Arpa, che hanno condotto le indagini e realizzato i monitoraggi, del Comune e dell’assessorato regionale, oltre ad alcuni consiglieri comunali.
Vergnana ha evidenziato che il progetto di messa in sicurezza è stato approvato nel 2013, con una previsione dei tempi di realizzazione di 24 mesi, che il 18 marzo 2015 il commissario straordinario della Caffaro ha comunicato che il sito sarebbe stato abbandonato nel successivo mese di giugno e che il progetto di messa in sicurezza non sarebbe stato realizzato. L’amministrazione comunale- ha aggiunto- ha emesso un’ordinanza diffidando la ditta dall’abbandonare il sito e chiedendo di avviare le attività di messa in sicurezza e bonifica dell’acqua di falda. Successivamente il commissario straordinario avrebbe comunicato l’intenzione di realizzare la barriera idraulica, ma che era impossibilitato ad attivarlo per mancanza di fondi. Dopo alcuni sopralluoghi condotti da Arpa, è quindi emerso che il sistema di trattamento delle acque di falda non era effettivamente stato attivato, per cui “il Comune, messo in allerta,- ha detto il sindaco- ha aperto una procedura in sostituzione della proprietà al fine di attivare l’impianto predisposto, visto che l’acqua di falda è un bene demaniale e quindi di interesse pubblico”. Di qui, il contributo regionale.
Bignami durante il sopralluogo ha ufficializzato, in un documento, diverse richieste, tra cui: che Arpa effettui le analisi delle acque del canale Riola sia in occasione di precipitazioni copiose, per verificare se vi siano sversamenti di inquinanti da vasche e/o pozzi eventualmente non intercettati, sia in corrispondenza dell’uscita del collettore dei liquidi in uscita dal depuratore per verificarne la qualità e l’eventuale presenza di inquinanti. Il consigliere azzurro chiede, inoltre, di “conoscere i tempi di inizio della rimozione e dello smaltimento del materiale inquinato e quali siano le ragioni della scelta di rimuovere solo i primi 2 metri di materiale, tenuto conto del fatto che l’inquinamento arriva fino a 12 metri di profondità”.
“Il sopralluogo – ha commentato la presidente Rontini– ha consentito alla commissione di prendere visione direttamente della situazione che riguarda un’area di 17 ettari a ridosso del centro cittadino. Con un primo stanziamento di 2 milioni e mezzo di euro la Regione, in stretta collaborazione con l’ente locale, sta facendo la propria parte per attivare il trattamento delle acque di falda e elaborare un progetto complessivo di bonifica”.
Alla visita erano presenti, oltre a Rontini e Bignami, i consiglieri: Massimo Iotti, Barbara Lori, Lia Montalti, Roberto Poli, Silvia Prodi, Valentina Ravaioli, Nadia Rossi (Pd); Daniele Marchetti e Marco Pettazzoni (Ln); Silvia Piccinini (M5s); Yuri Torri (Sel).
(Antonella Celletti)