In occasione della riapertura delle scuole in Emilia-Romagna la garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza Claudia Giudici rivolge un messaggio a studenti, insegnanti e genitori. E non manca di sollecitare i vari livelli istituzionali a investire sulla scuola, elencandone le principali criticità.
“Il mio augurio a studenti e insegnanti è che questo nuovo anno sia ricco di esperienze significative, apprendimenti interessanti e confronti costruttivi. Un anno di crescita umana, culturale e sociale per tutti” afferma la garante, che evidenzia: “È la scuola il luogo della formazione dei cittadini, organo costituzionale, come afferma Piero Calamandrei, perché è nella scuola che si dà alle nuove generazioni l’opportunità di scoprire e coltivare i propri talenti e le personali passioni. E sono i talenti e le passioni che, alimentati dalla curiosità verso i saperi prodotti dall’umanità e da un atteggiamento di ricerca, contribuiscono al miglioramento e allo sviluppo della società.
“È nella scuola democratica, pluralista, obbligatoria e universale – sottolinea Giudici – che tutti dovrebbero trovare le condizioni e le opportunità per vivere, oggi e nel futuro, quella che i filosofici greci chiamavano una ‘vita buona’. La scuola occupa poco spazio nei mezzi di comunicazione e, purtroppo, nell’agenda dei governi che nel Paese si sono succeduti. Su giornali e telegiornali e nel web la scuola compare all’inizio dell’anno scolastico e quando succedono fatti gravi, che fanno notizia, mentre sul piano delle scelte politiche raramente la scuola è stata oggetto di un investimento significativo di risorse umane e intellettuali”.
“Le ricadute di questa sottovalutazione del ruolo della scuola – puntualizza la garante – sono sotto i nostri occhi: abbandono scolastico, disorientamento dei giovani, isolamento sociale, disagio e delinquenza minorile, violenze, abusi, ghettizzazione in gruppi etnici. La scuola, da sola, non può dare risposta a questi problemi, ma deve essere messa nelle condizioni di fornire un contributo significativo e di essere la forza culturale trainante delle politiche per l’infanzia, l’adolescenza e i giovani”.
Per svolgere questo ruolo – secondo Claudia Giudici – la scuola, anche in Emilia-Romagna, che da sempre investe sull’educazione, ha bisogno di alcune condizioni. “Gli ambienti scolastici – spiega -avrebbero necessità di un ripensamento. Spesso sono edifici recuperati, vecchi conventi o uffici dismessi. Presentano vincoli strutturali che sono a volte insuperabili, ma quello che manca è una cultura dell’ambiente scolastico come luogo di vita, incontro, ricerca, collaborazione, produzione di sapere”.
“Riguardo al personale – prosegue – sarebbe necessario stabilizzare gli insegnanti per dare continuità alle relazioni e alle esperienze e impegnarsi per valorizzare socialmente la professione docente, affinché sia attrattiva verso le migliori risorse umane, oggi catturate da aziende, multinazionali, centri di ricerca spesso all’estero. Così come sarebbe opportuno utilizzare i docenti migliori come formatori, divulgare le migliori esperienze, affiancare alla formazione sui saperi disciplinari la formazione sulle metodologie didattiche, sulla gestione dei gruppi, sulla psicologia evolutiva, sulla sociologia, sulle neuroscienze. È importante salvaguardare la libertà di insegnamento, ma avere dirigenti che vigilano affinché non diventi isolamento, autoreferenzialità e individualismo. Perché la scuola non può essere luogo di socializzazione per i bambini e i ragazzi se gli adulti non sono capaci di lavorare insieme pur nelle differenze”.
“Per quanto concerne i genitori – suggerisce la garante – sarebbe necessaria una loro presenza rinnovata nella scuola. Molti docenti oggi li temono, perché sempre più spesso si propongono come avvocati difensori dei loro figli. Ma è responsabilità della scuola offrire ai genitori le occasioni per comprendere l’importanza di un’alleanza educativa che veda gli adulti solidali nell’aiutare i bambini e i ragazzi con l’incoraggiamento, la critica, le richieste, la valutazione formativa e non solo con la difesa a oltranza. Un’alleanza che valorizzi lo sforzo, l’impegno, le differenze soggettive, ma contemporaneamente disapprovi i comportamenti aggressivi e maleducati, l’apatia e il disinteresse”.
“Come garante dei minori – conclude Claudia Giudici – mi preme sollecitare i vari livelli della Repubblica italiana a investire sulla scuola, che è il luogo dove tutti i cittadini dai 6 ai 16 anni vivono, si incontrano e apprendono”.