Ambiente e territorio

Gibertoni (Misto): la Regione recepirà il piano nazionale per gestione e contenimento della fauna selvatica?

In un’interrogazione la capogruppo chiede se la giunta intenda recepire “il pessimo piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica” emanato dal governo nello scorso giugno

La giunta regionale intende adottare un piano regionale ad hoc per recepire “il pessimo piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica emanato nello scorso giugno, oppure vuole modificare la pianificazione regionale vigente? E, in caso affermativo, con quali tempi e contenuti?”.

A porre i quesiti è Giulia Gibertoni (gruppo Misto), che, rimarcando come tale atto programmatorio di durata quinquennale “non sia stato sottoposto alla procedura di valutazione ambientale strategica, in palese contrasto con quanto previsto dal Codice dell’ambiente”, sottolinea l’apertura di una specifica procedura da parte dell’Unione Europea “per accertare se con questo documento siano state violate le normative comunitarie in materia”.

Numerosi poi i contenuti del piano straordinario che preoccupano la capogruppo: “Con i dettami inclusi nel decreto dello scorso giugno -rimarca la consigliera- c’è il rischio di trasformare i nostri centri urbani, così come le nostre zone protette e le nostre campagne, in aree oggetto di costanti battute venatorie da parte di cacciatori armati di tutto punto e dotati, addirittura, di silenziatori e visori notturni oppure di arco e frecce. Un catalogo degli orrori messo in piedi per uccidere animali selvatici pressoché indifesi”.

Per Giulia Gibertoni, infine, con tale provvedimento “la fauna selvatica viene trasformata in una sorta di riserva per cacciatori, ma anche per società private, a cui attingere tutto l’anno, anche in orario notturno, e in qualsiasi luogo, e la cui carne, una volta uccisi gli animali, è liberamente commerciabile, trasformando, di fatto, la fauna selvatica da un bene indisponibile dello Stato a un bene liberamente depredabile”.

(Luca Boccaletti)

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