Nel cassetto della memoria i ricordi sono tenuti insieme da fili: le foto in bianco e nero dell’infanzia, un souvenir della Torre Eiffel, ricordo degli anni dell’emigrazione in Francia, matasse di cotone a testimonianza del lavoro di sarta. Fili sottili destinati a essere logorati dal tempo. E così quando la memoria comincia a svanire è da quegli oggetti, da quei ricordi che si può ripartire per contrastare la nebbia che accompagna gli ultimi anni di vita di molti anziani affetti dalla malattia di Alzheimer. Una sorta di novella madeleine della “Ricerca del tempo perduto” di Proust.
“Memoria di me”, mostra fotografica di Marco Menozzi allestita nell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna in occasione della Giornata dell’Alzheimer (che si celebra il 21 settembre di ogni anno) parla di tutto questo. La mostra, inaugurata oggi dall’artista e dalla vicepresidente dell’Assemblea legislativa Silvia Zamboni, racconta di come le foto di famiglia abbiano aiutato l’artista ad accompagnare la propria madre per attraversare il “pianeta Alzheimer”. Presenti all’inaugurazione anche il consigliere regionale Andrea Costa e Laura Davì, curatrice della mostra.
“La mostra nasce da una storia di famiglia: per affrontare la malattia di mia mamma ho dovuto studiarla, partendo dal punto di vista del malato, per capire cosa prova. Da qui è nata l’idea di usare la fotografia e l’arte: la mostra è stata esposta al festival ‘Fotografia europea 2023’ a Reggio Emilia”, spiega Menozzi che ricorda come “le immagini devono far capire che l’Alzheimer non è solo una malattia del malato, ma viene vissuta anche dai famigliari, ai cui sentimenti provo a dare voce attraverso l’arte. Il convegno che abbiamo organizzato in occasione della mostra vuole far conoscere alcuni metodi per affrontare le malattie degenerative e le loro conseguenze”.
“Questa mostra ci ricorda come sia difficile per i malati e i loro famigliari affrontare il dramma dell’Alzheimer tanto dal punto di vista umano quanto da quello economico”, sottolinea Silvia Zamboni che ricorda come “la Regione Emilia-Romagna per la non autosufficienza investe da sola più di quello che il governo fa per tutto il Paese”.
“Si tratta di una serie di opere che originano dai ricordi – spiega la curatrice Laura Davì – ma che è anche una autoanalisi, un dialogo tra dentro e fuori, che riesce a proporre davvero qualcosa agli altri. Attraverso queste installazioni si suscita magari angoscia, ma anche sollievo e conforto. Marco Menozzi propone di entrare nella sfera della mente, di camminare fra parole sospese, di aprire cassetti della memoria in cui ha riposto oggetti a lui cari. Suggerisce il filo rosso come simbolo di connessione, un filo che unisce le opere nel tentativo di tenere insieme i ricordi; oppure ci fa vedere un puzzle che si disfa ma dal quale è sempre possibile prelevare e custodire un pezzo. Il tutto tenendo viva la speranza. E per questo realizza un’installazione di forma rotonda, a sottolineare la circolarità della vita, in cui il pubblico può toccare il cielo con un dito”.
Collegata alla mostra, l’Assemblea legislativa ha ospitato “Prospettive e esperienze diverse sul tema delle Malattie Degenerative”, conferenza aperta dai saluti di Ottavia Soncini, presidente della commissione assembleare Politiche per la Salute, e con l’intervento di Marco Menozzi, Laura Davì, Sara Uboldi, Pre-Texts Social Lab, Matteo Zauli, Presidente Museo Carlo Zauli di Faenza, Rosa Di Lecce, responsabile progetti di accessibilità della Fondazione Palazzo Magnani, Mona Lisa Tina, artista visiva e arte terapeuta, Vanda Menon, Centro di studi cognitivi e demenze di Carpi. Il convegno ha posto l’attenzione sulle nuove tecniche di trattamento non farmacologico delle demenze, fra cui l’Alzheimer.
La mostra è visitabile fino al 20 settembre dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 18. Ingresso gratuito, per informazioni rivolgersi a: gabinettopresidenteal@regione.emilia-romagna.it.
Ascolta la puntata radio di On Er dedicata alla mostra
(Brigida Miranda e Luca Molinari)