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Giornata della memoria. Edith Bruck: “La testimonianza è responsabilità ma anche un peso”

Proiettato “Dove vi portano gli occhi” il docufilm sulla storia della scrittrice ebrea deportata nei lager nazisti. L’iniziativa rientra nell’ambito degli appuntamenti promossi dall’Assemblea per la Giornata della memoria

Ha conosciuto l’orrore della guerra, della deportazione, della prigionia nei lager nazisti. Ma non ha perso la voglia di lottare per affermare il suo diritto di essere una donna libera, di coltivare le sue passioni, di scrivere. Edith Bruck, scrittrice di origine ungherese sopravvissuta alla Shoah si racconta a tutto tondo nel film documentario “Dove vi portano gli occhi: a colloquio con Edith Bruck”, proiettato in Regione nell’ambito degli appuntamenti promossi dall’Assemblea legislativa per celebrare la “Giornata della memoria”, che ricorre il 27 gennaio. Il docufilm è realizzato dalla fondazione Villa Emma di Nonantola in collaborazione con la videoteca dell’Assemblea legislativa ed è scaricabile in versione su Youtube al seguente link: https://www.youtube.com/watch?v=yAFsfwytpuY

Il titolo del filmato biografico della scrittrice trae spunto dalla risposta data a un gruppo di ex internati nei lager nazisti che, arrivati al confine con l’Ungheria, avevano chiesto “E adesso dove andiamo?” e la risposta fu “Dove vi portano gli occhi”. Nel racconto si ripercorrono l’infanzia, l’adolescenza, la cattura e la prigionia ad Auschwitz, il difficile ritorno dal lager, la vita dopo la liberazione e l’arrivo in Italia.

“Sono stata strappata agli affetti e alla quotidianità che ero poco più che una bambina -racconta Bruck del docufilm-. Sono stata deportata, il mio corpo è stato violato, non capivo come degli esseri umani potessero arrivare a compiere tali brutalità. Una delle prime cose che ricordo con emozione, quando l’incubo finì, fu l’arrivo in Italia, alla stazione di Bologna. Un soldato mi chiese ‘come ti chiami?’. Era la prima volta dopo tanto tempo che una persona mi chiedeva il mio nome. Non ero più solo un numero”. Il racconto prosegue con le prime esperienze di vita nel suo nuovo paese, l’Italia, l’approccio alla scrittura in lingua italiana, la conoscenza del marito Nelo Risi (fratello del regista Dino). “All’inizio sentivo l’urgenza fisica di scrivere per me stessa, come atto liberatorio, terapeutico. Poi è subentrata la responsabilità della testimonianza per i molti che non erano sopravvissuti e per le nuove generazioni. Una responsabilità che, col passare del tempo e di fronte ai repentini mutamenti della società, è divenuta anche un peso: la mia testimonianza sarà ancora efficace?”.

L’incontro è iniziato con il saluto della vicepresidente dell’Assemblea legislativa Silvia Zamboni che ha sottolineato: “Edith Bruck è una scrittrice con un passato drammatico alle spalle. Questo documentario è una testimonianza importante per la formazione delle giovani generazioni. Come Assemblea da sempre vogliamo diffondere la cultura della convivenza, del rispetto e della pace, affinché certi orrori non si debbano più ripetere”.

Presenti anche gli autori Ivan Andreoli e Fausto Ciuffi, direttore della Fondazione Villa Emma e, in videocollegamento, Stefano Vaccari, presidente della fondazione.

“Qualche anno fa -racconta Ciuffi- abbiamo iniziato a pensare come raccontare la Seconda Guerra Mondiale, che non è stata solo una guerra di armi ma una guerra contro le persone. Abbiamo scelto di raccontare la storia di Edith Bruck perché fu deportata che era poco più che una bambina. In Italia si sentì di nuovo viva e trovò la sua seconda casa”.

“Villa Emma -spiega Vaccari- costruisce progetti culturali sul tema dell’infanzia negata. Come quella di Edith Bruck, che conobbe la tragedia della deportazione. Il nostro obiettivo è di mettere a disposizione dei cittadini gli strumenti per conoscere quella storia. Ringrazio l’Assemblea legislativa per aver contribuito, in questi anni, a rafforzare il progetto”.

Alla proiezione del documentario erano presenti gli studenti della classe 2^ F dell’istituto Besta di Bologna.

Per celebrare la “Giornata della memoria”, l’Assemblea legislativa promuove una serie di iniziative con particolare attenzione per gli studenti delle scuole, al fine di coinvolgerli e sensibilizzarli sul tema della memoria e contro ogni forma di discriminazione. Tutti gli eventi si svolgono nella sede dell’Assemblea in viale Aldo Moro 50 a Bologna.

La partecipazione agli eventi è gratuita e aperta al pubblico e alle scuole. È gradita la prenotazione: tel. 051.5275427 oppure mail gabinettopresidenteal@regione.emilia-romagna.it.

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(Lucia Paci)

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