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Giornata europea di amicizia con il popolo Saharawi, Petitti: “Si rafforza l’impegno della Regione”

Intervento della presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna nel corso dell’evento tenutosi a Palazzo d’Accursio, sede del Comune di Bologna

“A nome mio e dell’Assemblea legislativa voglio ringraziare per l’invito e soprattutto dare il benvenuto a tutti i presenti a questa seconda giornata europea di amicizia con il popolo Saharawi. Lo faccio anche per conto del presidente della Regione Stefano Bonaccini che non può essere presente e che mi ha chiesto di intervenire anche a suo nome. Lo scorso anno ho partecipato alla suggestiva giornata di Firenze. Quest’anno sono orgogliosa che questo appuntamento si svolga nella nostra regione, in questo magnifico luogo che è Cappella Farnese, a Palazzo d’Accursio, sede del Comune di Bologna”. Così Emma Petitti, presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

“L’impegno a fianco del popolo Saharawi del Sahara occidentale – ha proseguito – è uno dei più consolidati, radicati nel tempo e sentiti fra quelli di cooperazione e solidarietà internazionale della Regione Emilia-Romagna. Dal 1999 si susseguono le iniziative promosse e sostenute dalla Giunta regionale e dall’Assemblea legislativa, che, con l’intergruppo di Amicizia con il popolo Saharawi ha approvato numerosi atti di indirizzo politico. Il legame di amicizia con il popolo del deserto, da più di 40 anni in attesa di un referendum per la propria indipendenza, è ancora precedente e nasce sul territorio emiliano-romagnolo dove sono numerosi gli enti locali, le associazioni e i gruppi di privati cittadini che in questi anni si sono attivati con iniziative di aiuto e ospitalità”.

“Ogni anno dal 1999 (con eccezione di quelli caratterizzati dalla pandemia Covid) – ha ricordato la presidente- con l’arrivo dell’estate è ormai consuetudine in Emilia-Romagna dare ospitalità, per circa due mesi, a numerose decine di bambini Saharawi. Lontani dal deserto, nel periodo più caldo e critico dell’anno, i piccoli trovano accoglienza in famiglie o in strutture gestite da associazioni e comuni nelle province di Bologna, Ferrara, Modena, Parma, Reggio Emilia e Rimini. I bambini in arrivo sono anche chiamati ‘piccoli ambasciatori di pace’ perché durante il loro soggiorno, vengono realizzate numerose iniziative sul territorio regionale, ad esempio incontri, mostre fotografiche, cene di solidarietà, attività ludiche, volte a sensibilizzare la popolazione sulla causa Saharawi e sulla loro pacifica lotta per il diritto internazionale”.

“Il periodo di permanenza dei bambini in Emilia-Romagna – ha sottolineato – è anche un importante momento per effettuare alcuni controlli sanitari e visite specialistiche che consentono, in considerazione del luogo di provenienza, una valutazione del loro stato di salute e interventi correttivi, quando è possibile. La Regione, infatti, garantisce l’iscrizione al Servizio sanitario regionale, la visita pediatrica completa, esami clinici e di laboratorio, eventuali altre prestazioni sanitarie se necessarie, l’assistenza primaria attraverso l’individuazione di pediatra di riferimento all’interno dell’Azienda USL di dimora. In tale contesto è ormai un appuntamento fisso la visita in Assemblea legislativa accolti dai consiglieri regionali che partecipano all’intergruppo di amicizia con il popolo Saharawi. Dopo gli anni di interruzione causa Covid stiamo programmando proprio in questi giorni la visita che avverrà a cavallo tra luglio e agosto”.

“Nella sua recente visita alla sottoscritta – ha puntualizzato la presidente – il ministro della Salute della Repubblica Araba Saharawi democratica, Salek Baba Hassena, mi ha raccontato che dopo la pandemia la nostra situazione nei campi profughi è peggiorata. Sappiamo che gli ultimi tre anni sono stati molto duri, con una diminuzione importante degli aiuti umanitari, dovuta anche al blocco dei trasporti causati dalla pandemia Covid che ha colpito il paese”.

“Io credo – ha concluso Emma Petitti – che occorra ribadire con forza una sola cosa: in questo contesto il Marocco deve accettare l’unico accordo condiviso dalle due parti in conflitto, quello controfirmato da Onu e Unione africana, senza continuare con la falsa proposta di un piano di autonomia di quei territori colonizzati illegalmente. L’unica soluzione pacifica è la piena applicazione della missione Minurso (missione di pace delle Nazioni Unite nel Sahara Occidentale): l’organizzazione di un referendum libero ed equo, sotto l’egida dell’Onu, che permetterebbe al popolo saharawi di esercitare il suo diritto inalienabile all’autodeterminazione”.

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Per saperne di più: la pagina sul popolo Saharawi dell’Assemblea

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