Scuola giovani e cultura

Giovani: ok a proposta Europa verde di riconoscere il diritto dei bimbi a giocare nei cortili

Zamboni: “La Regione si impegni, anche con l’Anci, per adibire le aree private a luoghi di gioco all’aperto e stanziare risorse per i Comuni. Bologna, Milano, Torino e Rimini lo hanno già fatto”

È stata approvata la risoluzione di Europa Verde che impegna la Regione a sollecitare i Comuni, anche attraverso l’Anci, “per riconoscere il diritto dei bambini al gioco nei cortili, nei giardini e nelle aree all’aperto degli edifici privati ad uso abitativo, anche stanziando risorse per riconvertire i parcheggi nei cortili in aree per i giochi all’aperto.

La risoluzione, presentata da Silvia Zamboni capogruppo di Europa Verde, ha avuto il voto positivo in commissione Cultura, presieduta da Francesca Marchetti.

La risoluzione chiede anche di “valutare la possibilità di stanziare risorse a disposizione dei Comuni per emanare bandi per promuovere progetti di conversione dei cortili-parcheggio in aree dedicate ai giochi all’aperto dei bambini”.

“Può sembrare secondario – ha esordito la consigliera – ma per i bambini il gioco è importante. Ritengo che le unità residenziali siano amiche di bambini e bambine. La risoluzione è stata presentata nella Giornata mondiale del gioco, il 28 maggio, è un dato di cultura internazionale. L’Oms dichiara che il gioco è un diritto dei bambini di ogni età ed è importante che si giochi almeno 180 minuti al giorno. I nostri bambini sono per lo più relegati in spazi interni e non vivono la libertà di fare giochi di cortile come avveniva decenni fa. I pedagogisti sottolineano importanza del tempo gioco aperto per vivere avventura e anche rischio. E anche il Covid ha portato all’attenzione questo problema”. Spesso i cortili diventano luoghi di conflitto e, conclude Zamboni, “ho ricevuto segnalazioni di famiglie contro i regolamenti condominiali. I Comuni di Torino, Rimini e Bologna hanno approvato un regolamento di polizia urbana dove si riconosce il diritto dei bimbi di giocare in cortili, giardini e aree all’aperto”.

Michele Facci (Lega) ha affermato che “la premessa è condivisibile, ma la conclusione è giuridicamente impraticabile perché si scontra con aspetti giuridici e formali. Anch’io dico sì agli spazi per i giovani. Pensare, però, che cortili privati debbano diventare aree giochi non è una strada praticabile a causa di tanti vincoli normativi esistenti. La Regione può stimolare edilizia sportiva e ricreativa e già lo fa con risorse. Questa risoluzione è inattuabile”.

Zamboni ha replicato che “la risoluzione cita Comuni che hanno deliberato. Oggi non si riconosce il diritto al gioco e ci sono condomini che lo vietano. Voglio rimuovere il potere di alcuni amministratori di condominio di mettere un divieto che non ha diritto di esistere”.

Per Francesca Maletti (Partito democratico) “durante la pandemia le relazioni si sono allentate e un cortile poteva essere l’unico spazio dove interagire e avere relazioni. Anche io penso che gli enti locali debbano favorire la condivisione di spazi ma c’è anche una dimensione più privata. Se alcuni comuni hanno deliberato in tal senso hanno riconosciuto che la questione esiste. Occorre un approfondimento giuridico: sollecitiamo Anci a verificare le esigenze sui territori”.

Luca Cuoghi (Fratelli d’Italia) ha sottolineato che “dire che poiché un Comune ha stabilito un diritto, e che questo venga spalmato altre realtà, mi sembra azzardato. Questo confligge con proprietà privata e con i diritti dei cittadini. In un cortile, ad esempio, potrebbero esserci dei rischi che in caso di incidente ricadrebbero sui condòmini. Spesso nemmeno un Comune riesce a entrate in questo livello di dettaglio. Ci sono le assemblee condominiali che decidono”.

(Gianfranco Salvatori)

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