Scuola giovani e cultura

Giovani tecno-entusiasti e adulti paurosi, formazione per docenti su uso consapevole del web

Garante infanzia e Corecom collaborano con polizia postale e Usr: più del 60% degli studenti emiliano romagnoli due ore al giorno su Facebook.

Fadiga, Cosenza, Versari
Fadiga, Cosenza, Versari

Un protocollo d’intesa tra scuola, università, garante per l’infanzia e l’adolescenza, comitato regionale per le comunicazioni e polizia postale per mettere insieme le diverse competenze e promuovere l’uso virtuoso e positivo dei social network tra i nostri giovani. E’ questo l’obiettivo che dichiara Stefano Versari, direttore dell’Ufficio Scolastico regionale alla firma del patto tra istituzioni che darà il via a una serie di seminari di formazione rivolti ai docenti per prevenire e armonizzare l’uso dei social network tra gli studenti emiliano-romagnoli.

Ignazio Coccia e Geo Ceccaroli
Ignazio Coccia e Geo Ceccaroli

“Questo documento”, aggiunge il questore di Bologna, Ignazio Coccia, “nasce da un’esigenza sempre più forte da parte delle scuole dell’Emilia-Romagna di affrontare con incontri mirati le tematiche del web”. E se è vero che, come emerge da un recente sondaggio condotto dall’Usr su 35.000 studenti di scuole medie superiori della nostra regione, più del 60% rimane connesso almeno due ore al giorno con lo smartphone- lo strumento digitale per eccellenza-  e il 20% più di quattro ore, allora si intuisce la portata del fenomeno. “Non vogliamo demonizzare i social network”, ha dichiarato Luigi Fadiga, Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, proprio oggi in scadenza del suo incarico, “anzi, vogliamo diminuire la forbice tra la dimestichezza dei giovani e la scarsa conoscenza del network degli adulti”. Fadiga richiama alla recente cronaca, ricordando come l’uso inconsapevole dei social network possa ricadere sui soggetti più deboli e degenerare in tragedie. “Vogliamo fare in modo che i giovani si responsabilizzino, diventino più cittadini”.

Giovanna Cosenza
Giovanna Cosenza
Luigi Fadiga
Luigi Fadiga

“La dimestichezza dei giovani spesso nasconde un tecno-entusiasmo, un’irruenza che può facilmente portare allo sbaglio, così come la scarsa scioltezza degli adulti maschera paura”, afferma Giovanna Cosenza, presidente del Corecom ed esperta di comunicazione, “noi invece vogliamo proprio promuovere il dialogo intergenerazionale, lavorando sugli aspetti emotivi più che su quelli tecnologici”. L’Italia, come spiega la presidente Corecom al Servizio Informazione dell’Assemblea legislativa, è sotto la media europea per quanto riguarda l’accesso a Internet. “I media digitali rappresentano sempre delle grandi opportunità di cultura, sono strumenti preziosi per giovani e adulti.  Noi vorremmo far sì che entrambi ne siano consapevoli: i giovani non devono farne un uso sconsiderato e gli adulti non possono lasciarli soli con la scusa di non capirci nulla”.

il tavolo
il tavolo

Anche Vincenzo Natale, direttore del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna con Annalisa Guarini, docente ed esperta di cyberbullismo, sottolinea l’importanza di questo intervento “a più mani” rivolto innanzitutto agli insegnanti, i primi che possono “cogliere segnali di comportamenti a rischio, a partire dalla scuola dell’infanzia”. Ed è Geo Ceccaroli, della Polizia postale, che, raccontando la sua esperienza nelle scuole, spiega come il limite d’età si stia abbassando – i bambini spesso subiscono (per i reati di pedo-pornografia), a volte commettono (i casi di bullismo), e spesso non comprendono neanche l’importanza della cultura digitale. “Vogliamo proporre un modello informativo per docenti perché istruiscano i ragazzi”, ha concluso Versari dando il via alle giornate di formazione dedicate agli insegnanti referenti per ogni istituto scolastico della regione.

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