“Attraverso il nuovo Piano di riordino territoriale (PRT), definito ‘Un PRT per l’Europa’, si punta a rafforzare le Unioni di Comuni, in fase di strutturazione e ristrutturazione, affinché siano nelle condizioni di intercettare le nuove opportunità di finanziamento europee, nazionali e regionali con una particolare attenzione sul versante digital e green”
Così l’Assessore al bilancio, personale, patrimonio e riordino istituzionale Paolo Calvano ha aperto l’informativa sul tema del riordino territoriale tenuta in Commissione bilancio, affari generali ed istituzionali presieduta da Massimiliano Pompignoli a più di un mese dall’adozione della Delibera di Giunta per sollecitare il confronto e raccogliere eventuali contributi in merito.
Il Piano di riordino territoriale è quindi lo strumento attraverso cui la Regione incentiva e sostiene le attuali 41 Unioni di Comuni capaci di raccogliere oltre l’82 per cento della popolazione regionale. Lo stanziamento di fondi regionali previsti per il 2021 sarà di 9,7 milioni di euro che, sommati al finanziamento nazionale, porta la dotazione complessiva a oltre 19 milioni di euro, con un incremento complessivo di quasi mezzo milione di euro.
“Grazie ad una dotazione così importante e alla particolare vocazione del Piano -sottolinea ancora Calvano- si prevede un contributo aggiuntivo di 40 mila euro per funzione a quelle Unioni che decideranno di mettere insieme una o più funzioni fra ICT, Ambiente/energia/lavori pubblici, sue/suap/sismica, urbanistica e pianificazione territoriale e servizi finanziari.”
Particolare sostegno anche alle Unioni che allargheranno le loro dimensioni inglobando nuovi comuni (attraverso la premialità “start up”) anche qui con un contributo aggiuntivo di 40 mila euro. Per quelle Unioni che hanno investito maggiormente nell’integrazione dei servizi (le cosiddette “Unioni Avanzate”) è poi previsto il coinvolgimento diretto nei tavoli di partenariato europeo insieme alle città capoluogo e con un plafond finanziario loro dedicato sul versante degli investimenti green.
“Dedicato esclusivamente alle Unioni in corso di strutturazione o in fase di ristrutturazione -prosegue ancora l’assessore al riordino istituzionale- è poi uno stanziamento al di fuori del Piano di Riordino Territoriale di 1,2 milioni di euro in due anni per dotarsi di un temporary manager che accompagni tali enti e faciliti il processo evolutivo di integrazione”.
Ulteriore stanziamento ad hoc di 4,2 milioni di euro, poi, è previsto per le Unioni montane come riconoscimento delle loro peculiarità e del grado di complessità che caratterizza i comuni dell’Appennino Emiliano-Romagnolo.
“Al PRT- conclude Paolo Calvano- sarà infine collegata la definizione di specifiche linee guida regionali, in accordo con Anci, sulle modalità di aggregazione delle funzioni da parte dei Comuni, una sorta di vademecum e di buone pratiche particolarmente utile alle Unioni impegnate in percorsi di crescita”.
Il dibattito originatosi dopo l’informativa ha visto posizioni molto differenti. La Lega ha criticato sia la modalità scelta per affrontare il tema e ha comunque auspicato la revisione delle due leggi regionali che sono il riferimento normativo del riordino territoriale: la Legge regionale 21 del 2012 e la Legge regionale 13 del 2015. Massimiliano Pompignoli ha chiesto che, “vista l’importanza del tema, vi sia un’adeguata discussione da parte dell’Assemblea”. Il consigliere del carroccio ha chiarito come la Lega non sia molto propensa all’incentivazione delle Unioni perché i comuni decidono per tale percorso solo per gli incentivi economici che vengono messi a disposizione”. Ancora più deciso l’intervento di Maura Catellani, la quale ha richiesto l’intervento della Commissione Statuto “in quanto non è possibile prescindere da un adeguato passaggio assembleare poiché l’Assemblea legislativa è specificamente competente sulle tematiche della programmazione territoriale”. Per Simone Pelloni, che ha ricordato alcune esperienze dirette nell’Unione Terre dei Castelli in provincia di Modena, le leggi che sovrintendono il riordino territoriale “sono soprattutto figlie dei tagli apportati dal governo Monti agli Enti Locali e la diffidenza della Lega verso le Unioni è figlia della volontà di mantenere il rango costituzionale dei vari comuni del territorio”. Egualmente critico anche Daniele Marchetti, il quale ha chiesto, riferendosi al circondario imolese, come “l’incentivazione all’accentramento possa coniugarsi con gli evidenti problemi che si osservano attualmente e che derivano da un territorio molto vasto e ben poco omogeneo”.
Anche Marco Mastacchi (Rete Civica) ha chiesto il motivo di un indirizzo così deciso sulle Unioni e ha proposto che l’investimento sul temporary manager venga indirizzato al consolidamento e miglioramento dei servizi piuttosto che sulle Unioni quale anticamera delle fusioni”.
Di tenore decisamente differente l’intervento di Luca Sabattini (Pd) che nell’informativa dell’Assessore Calvano ravvisa “un netto cambio di passo rispetto al passato, così come il contenuto politico del Piano presenta una direzione ben precisa”. Per il consigliere dem la revisione delle Leggi regionali sul riordino territoriale è assolutamente da compiersi, ma senza posizioni preconcette perché il mondo è radicalmente cambiato in questi venti anni di esperienza delle Unioni e non possiamo permetterci battaglie di retroguardia ma dobbiamo concentrarci sugli aspetti positivi di queste forme associative”.
In fase di replica Calvano ha chiarito che l’informativa odierna si prefiggeva di “togliere il tema delle Unioni dal dibattito e dalla polemica politica”. Al di là delle posizioni, l’assessore si è augurato un momento di confronto per migliorare i servizi erogati dai Comuni che si associano in Unioni”.
Confermando la volontà di mettere mano all’impianto delle Leggi regionali sul tema entro il 2021, Calvano ha chiarito che “non facilitiamo le Unioni per poi procedere con le fusioni, ma per garantire i servizi sui vari territori”.
(Luca Boccaletti)