La Regione eviti l’uccisione di oche selvatiche (specie protetta) nel ferrarese, chiesta da alcune associazioni agricole a causa dei danni provocati alle coltivazioni, e avvii “strategie di convivenza tra agricoltura e aree protette limitrofe e la fauna selvatica che in esse vive”, come avviene in Veneto.
Il Gruppo Misto, in un’interrogazione, chiede alla giunta “se non ritenga più dignitoso evitare di avviarsi nuovamente sulla strada che porterebbe all’ennesima uccisione di esemplari di una specie protetta mediante un piano di controllo in deroga e se non ritenga opportuno verificare realmente l’assenza di altre soluzioni ecologiche soddisfacenti al fine del contenimento dei danni e non solo come mero adempimento burocratico al fine di ottenere il futuro parere favorevole di ISPRA all’uccisione delle oche selvatiche”.
Questo animale è protetto dalla legge e la Direttiva europea 2009/147/CE sulla conservazione degli uccelli selvatici ne proibisce la caccia. Gli agricoltori, continua il gruppo consiliare, lamentano “danni alle coltivazioni agricole, in particolare nell’area adiacente alle Valli del Mezzano e all’Oasi di Porto Trava, nei comuni di Argenta e Portomaggiore; inoltre, i ristori erogati dalla Regione sarebbero insufficienti a rimborsare gli agricoltori dei danni subiti”. Nell’interrogazione, si ricorda che nel 2020, i danni accertati da fauna selvatica ammontano a poco più di un milione (e mezzo milione quelli causati da specie protette) “e di questi quelli dovuti all’oca selvatica sono stati 39.324,02 euro, pari al 3,6% del totale, con sei province con zero danni e una con circa 1.000 euro di danni”.
(Gianfranco Salvatori)
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