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I giovani emiliano-romagnoli nel mondo chiedono cultura e scuola

I dati della ricerca promossa dalla Consulta riunita a Bologna per il proprio meeting annuale. La richiesta degli intervistati: più opportunità per conoscere la lingua italiana e la cultura emiliano-romagnola

Ama la cultura e l’arte. Ritiene che scuola e formazione siano importanti. Vorrebbe imparare o migliorare la propria padronanza della lingua italiana.

È l’identikit del giovane emiliano-romagnolo nel mondo emerso dalla ricerca svolta dalla Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo su giovani emigranti, ovvero i nipoti e i bisnipoti di quanti a cavallo del XIX e XX secolo lasciarono l’Emilia-Romagna in cerca di migliori condizioni di vita.

I risultati della ricerca sono stati presentanti nel corso della seconda giornata della riunione annuale della Consulta in corso a Bologna. Obiettivo del questionario: entrare in contatto con i giovani emiliano-romagnoli nel mondo, avvicinarli alla Consulta, scoprire i temi di interesse per impostare il lavoro per la Conferenza dei giovani emiliano-romagnoli del 2024.

Il 35% di chi ha risposto al questionario ha tra i 21 e i 30 anni, mentre il 30% tra i 30 e i 40 anni. Il 75% vive fuori dall’Europa (in gran parte in Argentina, Brasile, Paraguay e Cile), mentre solo il 25% in Europa, con Germania, Francia, Regno Unito e Olanda a farla da padrona.

Scorrendo le risposte alle domande del questionario su cui si basa la ricerca colpisce come i principali interessi dei giovani emigranti riguardo all’Emilia-Romagna siano la cultura e la formazione scolastica. Un binomio che passa attraverso la maggiore conoscenza della lingua italiana: non c’è da stupirsi se molti progetti -una quarantina per un totale di 380mila euro, comprese sei borse di studio nella sede di Buenos Aires dell’Università di Bologna- riguardino corsi di lingua italiana.

Capitolo a parte quello che i giovani emigranti si aspettano dalle Istituzioni, Regione Emilia-Romagna in testa: fra le richiesta più sentite spiccano il sostegno nell’espletamento di pratiche burocratiche con l’Italia, la ricerca di opportunità lavorative per sé e per i propri famigliari, il sostegno all’apprendimento o al miglioramento della lingua italiana e la richiesta di maggiori opportunità per avvicinarsi alla cultura emiliano-romagnola.

(Luca Molinari)

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