66 morti, in larga parte civili, i cui cadaveri in alcuni casi furono recuperati dopo mesi di distanza. Sono le vittime dell’eccidio di Ronchidoso, frazione del comune di Gaggio Montano (Bologna) dove tra il 28 e il 30 settembre 1944 furono rastrellati e fucilati giovani, donne, bambini dalle milizie tedesche come rappresaglia per azioni partigiane
Domenica 28 settembre il presidente dell’Assemblea legislativa Maurizio Fabbri è stato a Gaggio Montano per ricordare le vittime in quella che non è una celebrazione della memoria rituale, ma un’occasione di consapevolezza civica per le giovani generazioni.
Con il presidente, di fronte al memoriale della brigata Giustizia e libertà, c’erano il sindaco di Gaggio Montano Giuseppe Pucci e Anna Cocchi, presidente provinciale dell’ANPI. Erano presenti alla cerimonia i rappresentanti dell’esercito brasiliano che in quegli anni fronteggiò i tedeschi, dei comuni del territorio e i familiari dei partigiani.
“Le 66 vittime di Ronchidoso non hanno mai trovato giustizia, perché i colpevoli di quell’eccidio non sono mai stati condannati” ha commentato il presidente Fabbri. “Il comandante nazista, di fronte a una delegazione locale che lo supplicò di fermarsi, non ebbe pietà di loro, forse per instaurare la paura, per impedire che la popolazione aiutasse i partigiani, forse perché le guerra imbruttisce gli esseri umani e fa loro dimenticare la pietà”. “Non c’era logica in questa rappresaglia, non fu una azione militare ma mera volontà di terrore” ha proseguito Fabbri. “Oggi come allora, purtroppo, a pagare questa violenza sono soprattutto anziani, donne, bambini. Se per le vittime di Ronchidoso non possiamo più fare nulla, se non celebrarne il ricordo, per tutti coloro che stanno soffrendo oggi in Ucraina, a Gaza e nel resto del mondo abbiamo il dovere, come istituzioni democratiche, di gridare basta. In Appennino ci sono ancora le cicatrici di una tragedia che non deve ripetersi né qui né altrove.



