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Ione Bartoli, la prima assessora dell’Emilia-Romagna ha chiuso la mostra sul welfare degli anni ’70

La prima assessora dell’Emilia-Romagna, ha concluso le celebrazioni legate alla mostra “Il Coraggio di cambiare. Il Welfare negli Settanta” ospitata nei locali dell’Assemblea legislativa. La sua lezione: “Il futuro? Bisogna chiederlo ai giovani, loro hanno la forza per il futuro”

“Tornare in Regione? Mi tornano alla mente i tanti anni spesi per migliorare la vita delle donne e degli uomini dell’Emilia-Romagna. Ne è valsa la pena? Sì, la lotta politica ha dato i suoi frutti: ogni passo in avanti sulla strada dell’emancipazione delle donne è stata una conquista per la quale è valsa la pena lottare”.

Nel 1970 Ione Bartoli era la prima e unica donna assessore in Emilia-Romagna e in Italia. Nella giunta di Guido Fanti si occupava di servizi sociali, di diritti e di donne. Era poco a cavallo dei 40 anni, militava nel Partito Comunista Italiano e nell’Udi, Unione donne italiane. Oggi, oltre mezzo secolo dopo, Bartoli è tornata in Regione per concludere i convegni realizzati all’interno della mostra “Il Coraggio di cambiare. Il Welfare negli Settanta” allestita nei locali dell’Assemblea legislativa.

Emozionata, determinata. Con le idee chiare, Bartolini è stata subito protagonista del convegno “La Regione Emilia-Romagna e il welfare negli anni Settanta: le fonti per una storia” che ha visto interventi di Roberto Balzani, Elena Boni, Tiziana Ravasio e Simonetta Mingazzini.

“I cittadini dell’Emilia-Romagna hanno ancora elevato senso civico, hanno voglia di lottare e hanno il diritto di essere ascoltati dalle forze politiche e sindacali”, spiega Bartoli, che, a chi le chiede consigli per il futuro della nostra comunità, risponde netta: “Il futuro? Bisogna chiederlo ai giovani, loro hanno la forza per il futuro”.

“Sì, ma la sua esperienza cosa le insegna”, incalza il pubblico presente in sala. “La lotta politica che ho alle spalle mi insegna che quando l’obiettivo di giustizia e di libertà è giusto non si spreca tempo. Se anche solo per fare piccoli passi a favore dell’emancipazione delle donne si dovesse lottare per molto tempo, quel tempo sarebbe ben speso. In troppi oggi -spiega- ancora non hanno capito che le donne sono genere umano e hanno diritto alla parità: questo deve fare la politica”.

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(Luca Molinari)

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