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La Regione investe sulla Fiera di Bologna: pronti 2,5 milioni per aumento di capitale

Presentato un progetto di legge per aumentare la partecipazione azionaria di viale Aldo Moro nell’expò. Le critiche di Michele Facci (Lega): si vogliono ripianare i debiti?

La giunta regionale ha presentato un progetto di legge per prevedere l’incremento della partecipazione della Regione nella società BolognaFiere Spa il cui obiettivo è rafforzare il sistema fieristico in particolare in questa fase post pandemica, nella quale il rilancio delle attività rappresenta un volano per il sistema delle imprese e delle filiere del territorio. Il progetto è stato illustrato nella commissione Politiche economiche presieduta da Manuela Rontini dall’assessore allo Sviluppo economico Vincenzo Colla.

La presidente Rontini ha precisato che “la discussione e l’udienza conoscitiva riprenderanno dopo la pausa estiva per essere pronti a portare il progetto di legge in Aula entro settembre”.

In sintesi, il Piano industriale 2022-2026 presentato della società prevede diversi obiettivi, fra cui: la valorizzazione delle potenzialità della città di Bologna; investimenti per 46 milioni di euro nel periodo 2021-2026, principalmente focalizzati su manutenzione e riqualificazione del quartiere fieristico; l’estensione dell’attuale spazio per aumentare l’attività espositiva. Il management della società ha predisposto una serie di misure per garantire la sostenibilità economica del Piano. Dal punto di vista finanziario, fra le possibili iniziative sono previsti: aumento del capitale fino a un massimo di 25 milioni di euro; aumento del capitale in natura, per un importo che potrebbe arrivare a 30 milioni di euro; dismissione di beni non strategici, per almeno 12 milioni.

“Il Piano di Bolognafiere -ha spiegato l’assessore Colla- è stato discusso con tutti i soci e con la Regione, che intende agevolare il raggiungimento degli obiettivi per il rilancio del polo fieristico attraverso il finanziamento del piano industriale aumentando la propria partecipazione azionaria nella misura di 2,5 milioni di euro. Abbiamo un progetto complessivo da circa 110 milioni che tiene conto anche dell’impatto creato dal Covid. Bologna ha una rete internazionale molto forte e il nostro contributo contribuirebbe a far mantenere alla Regione il medesimo assetto societario attuale. Nel Piano industriale è prevista anche l’acquisizione dell’immobile della Camera di commercio per ampliare gli spazi a disposizione. In questa operazione mettiamo insieme tutta la filiera dell’indotto e diamo continuità a progetti di sviluppo per sostenere anche le persone che ci lavorano. Il ruolo della regione è un ruolo di garanzia”.

Michele Facci (Lega), sottolineando la necessità di mettere tutti i consiglieri a conoscenza del Piano del gruppo Bolognafiere, ha commentato: “Credo occorra capire il motivo che ha posto fine al progetto di fusione con la Fiera di Rimini. Perché è stata abbandonata l’ipotesi di creare il primo gruppo fieristico italiano? La responsabilità è da ricercare nella Regione che non ha messo d’accordo le nuove amministrazioni di Bologna e Rimini? Inoltre, è opportuno conoscere l’indebitamento di Bolognafiere. Risulta che nel 2020 si siano registrate perdite per oltre 46 milioni di euro per il gruppo e un indebitamento netto di 110 milioni di euro. Servono dati precisi relativamente al 2021. Dobbiamo capire se l’aumento di capitale è finalizzato allo sviluppo o a fronteggiare le difficoltà avute, peraltro, in tutto il comparto fieristico. Ultima questione: l’ipotesi della quotazione in borsa di Bolognafiere a che punto è?”.

L’assessore Colla ha risposto: “L’opzione dell’unificazione con Rimini non è tramontata. Credo che la discussione si debba riaprire anche perché Bolognafiere ha una grande forza internazionale. L’investimento è pensato in relazione alla tenuta degli assetti societari e occupazionali finalizzati a far vivere tutto il sistema che gira attorno al sistema fieristico, anche attraverso innovazione e diversificazione dell’offerta, puntando anche su fiere di medie dimensioni, per arricchire il calendario, oltre a quelle internazionali”.

(Lucia Paci)

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