Le parti sociali promuovono la riforma dell’assetto societario della Fondazione Italia-Cina per far entrare nel cda la Camera di commercio italo-cinese. E’ quanto è emerso nel corso dell’audizione che si è tenuta in commissione Politiche economiche.
“Questa riforma non prevede spese aggiuntive per la Regione, si tratta di un’opportunità molto importante per l’Emilia-Romagna”, spiega la relatrice Silvia Zamboni (Europa Verde) che ha ribadito l’importanza delle novità previste dal progetto di legge presentato dalla giunta.
“La Fondazione Italia-Cina è nata una ventina di anni fa per merito di Cesare Romiti, in questi anni si è molto lavorato e abbiamo raggiunto importanti risultati: nel nostro cda ci sono numerosi soggetti sia pubblici, sia privati e annoveriamo tra i nostri soci anche soggetti cinesi e questo è molto importante. Tra i nostri obiettivi ci sono l’informazione, la formazione e l’assistenza alle imprese”, spiega Marco Bettini, direttore generale della Fondazione Italia-Cina, che ha ricordato come le aziende socie o che comunque gravitano attorno alla Fondazione producono 400 miliardi di fatturato. “Tra le nostre principali attività c’è l’insegnamento dell’italiano ai cinesi e del cinese all’italiano: neanche durante il Covid abbiamo mai smesso di accogliere studenti cinesi in Italia”, sottolinea Bettini nel presentare il bilancio dell’attività della Fondazione e ribadire il sostegno alla riforma proposta dalla Regione.
Sulla stessa linea Giuseppe Buganè, manager di Furlog srl, società che fa parte della Fondazione Italia-Cina: “Andare da soli all’estero è da avventurieri, si può anche avere dei problemi: la nostra azienda -spiega- si è avvalsa del sostegno della Fondazione e i risultati si sono visti perché è andata molto bene”.
(Luca Molinari)