La Giunta sostenga i percorsi di Workers Buy Out (Wbo), anche attraverso attività di formazione, tutoraggio e affiancamento alle imprese recuperate e promuova iniziative pubbliche di informazione sul fenomeno.
A chiederlo è una risoluzione di ER Coraggiosa a firma dei consiglieri Federico Alessandro Amico (primo firmatario) e Igor Taruffi che ricorda come il fenomeno di aziende “salvate” dagli stessi lavoratori sia in forte ascesa.
“Dal 2007, in Emilia-Romagna, il fenomeno del workers buyout è in continua ascesa, quale risposta ai tanti casi di crisi aziendali che si sono verificati sul nostro territorio: occorre assicurare una più completa conoscenza dello strumento del Wbo da parte dei lavoratori, rimuovendo le difficoltà nell’accesso agli strumenti a sostegno del recupero delle imprese in crisi nonché quelle legate all’accesso al credito per le imprese interessate, e superando le incertezze applicative derivanti dalle diverse interpretazioni sostenute dalle sedi territoriali dell’INPS con riferimento al trattamento fiscale da riconoscere in caso di reinvestimento dell’indennità di mobilità e degli strumenti di sostegno al reddito in caso di disoccupazione involontaria”.
Spesso, infatti, la tempestività dell’intervento è essenziale per consentire il recupero dell’impresa, evitando che il patrimonio dei clienti “migri” ad altri offerenti”, spiegano i due consiglieri che vogliono impegnare la Giunta “ad attivarsi perché il fondo gestito da Cooperazione Finanza Impresa possa essere impiegato con efficacia sul territorio regionale riservando eventualmente una quota parte allo specifico del sostegno delle imprese recuperate” e “a costituire una cabina di regia che supporti le imprese potenzialmente interessate al processo che possa armonizzare e accelerare l’attivazione del processo di Workers Buy Out”.
Fra gli altri punti della risoluzione c’è la richiesta di “finanziare attività formative rivolte ai lavoratori coinvolti nei processi di Workers Buy Out perché possano acquisire le competenze necessarie a una gestione di impresa, quasi sempre non presenti presso i lavoratori stessi, coinvolgendo sia le associazioni di rappresentanza delle imprese cooperative sia centri di ricerca che da tempo studiano il fenomeno nello specifico, e ad affiancare a questi anche i sindacati, gli ordini professionali, l’Inps e gli amministratori pubblici che hanno la responsabilità di individuare tempestivamente le crisi e istituire i tavoli affinché vengano verificate tempestivamente le condizioni per procedere alla ripartenza delle aziende in forma cooperativa”.
Amico e Taruffi chiedono che la Giunta “sostenga, anche economicamente, attività di tutoraggio e affiancamento alle imprese recuperate per accompagnare il processo di Workers Buy Out che certo non si esaurisce con la trasformazione dell’assetto societario e promuova iniziative pubbliche di informazione sul fenomeno, con destinatari funzionari pubblici e operatori e parti sociali”.
(Luca Molinari)



