La Regione intervenga per scongiurare la crisi di Unifer Navale di Finale Emilia, nel modenese, e per tutelare gli 88 lavoratori, convocando le parti al tavolo regionale e coinvolgendo il ministero per lo Sviluppo economico (Mise) “rispetto a quanto sta accadendo, al fine di chiarire le ragioni di quella che appare a tutti gli effetti come una delocalizzazione di Fincantieri, tanto più inopportuna in quanto si tratta di un’azienda statale che ha anche ricevuto finanziamenti pubblici per la ricostruzione post sisma”.
Lo scrive il consigliere Stefano Bargi (Lega) primo firmatario di un’interrogazione sottoscritta anche dal collega Simone Pelloni.
Al centro dell’attenzione c’è l’azienda modenese che produce tubi in acciaio al carbonio, inox e CuNifer. Da gennaio, afferma Bargi, Fincantieri ha diminuito le commesse costringendo l’azienda alla cassa integrazione: il 20% nel 2020 e nelle scorse settimane ben 53 lavoratori su 88. Fincantieri, inoltre, avrebbe comunicato di non collaborare più con Unifer Navale “perché non viene più considerata competitiva sui costi, anche se da 3 anni a questa parte Unifer Navale ha mantenuto inalterato il costo del prodotto finito consegnato a Fincantieri”. Quest’ultima si rivolgerebbe a mercati esteri. Fincantieri, però, sottolinea il consigliere leghista, è una società statale a tutti gli effetti, il cui capitale è di Cassa depositi e prestiti, a sua volta controllata dal ministero dell’Economia e delle finanze per l’82,7% del suo capitale sociale.
Infine, l’azienda di Finale Emilia, per le norme sulla ricostruzione post sisma, “ha richiesto e ottenuto i finanziamenti a fondo perduto pari a 11 milioni di euro, a fronte dell’impegno a mantenere e creare posti di lavoro a Finale Emilia”.
(Gianfranco Salvatori)



