Imprese lavoro e turismo

Imprese. Ok all’unanimità in Aula a risoluzione Fdi per sostegno a comparto sciistico

Marco Lisei, proponente della risoluzione e capogruppo di Fratelli d’Italia, chiede che venga riconosciuto il danno arrecato dallo stop oltremodo tardivo da parte del ministero della Salute a poche ore dall’apertura della stagione turistica invernale

Approvazione unanime dell’aula dell’Assemblea legislativa per la risoluzione proposta da Marco Lisei ( Fratelli d’Italia) sul turismo invernale. L’atto d’indirizzo prevede una forte sollecitazione nei confronti del governo nazionale “a mettere in campo subito uno stanziamento di risorse per il comparto sciistico e per tutta la filiera dell’indotto”.

Il capogruppo si dice “sbigottito per lo stop a poche ore dall’apertura degli impianti quale primo atto del governo Draghi”. Un atto che non solo determina la chiusura definitiva degli impianti senza che siano stati aperti anche solo per una singola giornata, ma, spiega ancora Lisei, “configura un vero e proprio danno aggiuntivo dal momento che tutti gli operatori del turismo invernale avevano fatto ogni tipo di preparativo per una partenza in sicurezza”.

Nel dettaglio, Lisei propone un ristoro dell’80 per cento delle perdite registrate rispetto alla scorsa stagione e chiede risorse aggiuntive “per incrementare il contributo a sostegno degli operatori delle strutture ricettive montane, già stanziato dalla Regione Emilia-Romagna, allargando la platea dei beneficiari a tutti gli operatori danneggiati dalle limitazioni o dalla chiusura delle attività dovute alla pandemia”.

In fase di dibattito, posizioni molto decise quelle espresse dai consiglieri di Fratelli d’Italia Giancarlo Tagliaferri e Michele Barcaiuolo. Per il consigliere piacentino “questa risoluzione stabilisce un principio ovvio: chi causa un danno è giusto che paghi. In questo caso a dover pagare sarà lo Stato, che con un’ordinanza oltremodo tardiva ha comportato ingenti investimenti da parte di tutta la filiera per tentare di salvare ciò che rimaneva della stagione”. Michele Barcaiuolo, invece, ha sottolineato come non ci si riferisca solo allo sci quando si parla di montagna. “La montagna, non può essere vista solo come un piccolo capriccio borghese legato allo sci, perché le limitazioni agli spostamenti tra comuni sta determinando il crollo di un intero sistema economico”. Per entrambi i consiglieri, la “risoluzione ribalta il concetto di ristoro per parlare chiaramente di danno arrecato che va adeguatamente risarcito e non più e non solo di mancato guadagno”.

Palma Costi (Pd) prima firmataria degli emendamenti proposti dalla maggioranza e che hanno portato al voto unanime da parte dell’aula, ha ribadito come “l’Appennino emiliano-romagnolo era e rimane un punto di attenzione molto forte per la Giunta, così come testimoniato chiaramente dalle linee di mandato e dal recente Piano per il lavoro e per il clima. E’ evidente che il ritardo dello stop alla procedura di apertura degli impianti sia stato un danno, ma rimane un obbligo imperativo in questo momento la tutela della salute su qualunque discorso di carattere economico”. Sui sei emendamenti proposti e firmati anche da Marcella Zappaterra e Manuela Rontini (Pd), Giulia Pigoni (Lista Bonaccini), Igor Taruffi (ER Coraggiosa) e Silvia Zamboni (Europa Verde), Costi ha specificato che si tratta di “una serie di azioni per favorire programmazioni certe, stanziamenti di ristori immediati e adeguati e di refusione per le spese di adeguamento, oltre a ribadire la grande attenzione della Giunta sul turismo, anche e soprattutto quello invernale”.

Per Igor Taruffi (ER Coraggiosa) che ha condiviso le critiche ai tempi e modi del provvedimento di stop preso dal ministero della Salute, “vale la pena ricordare che questo atto è stato emanato al termine di una crisi di governo particolarmente intricata che ha rallentato sensibilmente le azioni dei vari dicasteri”. Nel ribadire come lo stop sarebbe dovuto arrivare già in gennaio, Taruffi rigetta poi ogni accusa alla maggioranza nell’aver abbandonato la montagna a se stessa e ricorda “i 2,5 milioni a fondo perduto stanziati e votati dall’Assemblea dell’Emilia-Romagna per tutte le strutture ricettive dell’Appennino e che proprio in questi giorni stanno arrivando a destinazione”, a cui nell’immediato futuro dovrebbero aggiungersi “analoghi stanziamenti a fondo perduto per i gestori degli impianti di risalita”.

Per Silvia Zamboni (Europa Verde) “siamo alle prese con un fenomeno epidemico senza precedenti, quindi reputo giusta l’attenzione prevalente sulla salute, anche se condivido le preoccupazioni per i contraccolpi economici così come evidenziato dai recenti dati ISTAT che certificano per il solo mese di dicembre, una perdita di 101mila posti di lavoro di cui 99mila donne”. Nell’auspicare che in futuro “non avvengano altre inversioni a ‘U’ così tardive”, la consigliera di Europa Verde giudica gli “investimenti infrastrutturali sul turismo invernale come estremamente impattanti e inutili stante il cambiamento climatico in atto. Meglio sarebbe una decisa riconversione sulla parte estiva del calendario turistico”.

Gabriele Delmonte e Michele Facci (Lega) hanno invece ribadito con forza l’importanza e la valenza del comparto turistico invernale per l’economia regionale e per i singoli territori interessati. “La risoluzione è particolarmente giusta, sottolinea il consigliere reggiano, non tanto nei numeri, perché non si può certo rivaleggiare con la Riviera romagnola, ma per l’importanza che il turismo invernale riveste per i territori. In futuro ci deve essere un radicale cambio nel modo e nei tempi della comunicazione”. Per Facci, infine, “gli interventi a fondo perduto attuati dalla Regione per il turismo montano non possono essere considerati come strutturali, ma si tratta di azioni minute che vanno a lenire parzialmente una situazione oltremodo difficile e che abbisogna di ben altri interventi”.

 

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