Tutelare i prodotti gastronomici emiliano-romagnoli dalle conseguenze dell’epidemia di peste suina africana.
A chiederlo, in un’interrogazione, è Giancarlo Tagliaferri (Fdi) che ricorda come “l’1 agosto 2024 è stato rinvenuto il primo caso di peste suina africana: in un allevamento suinicolo nel piacentino, nello specifico a Ponte dell’Olio, in Val Nure”.
Tagliaferri richiama l’attenzione sulle conseguenze che le misure di contenimento della malattia possono avere sulla filiera della lavorazione della carne di maiale, asse portante dell’economia regionale
“La notizia del caso di peste è stata diffusa a mezzo stampa dalle principali testate giornalistiche, non solo locali. Si legge, infatti, in un articolo datato primo agosto di Repubblica “Per la prima volta la peste suina è entrata in un allevamento di maiali in Emilia-Romagna: è di questa mattina la notizia di un caso di Psa riscontrato in un allevamento in provincia di Piacenza, a Ponte dell’Olio, contagio che ora porterà all’abbattimento di migliaia di esemplari, come previsto dalla normativa per evitare la diffusione del virus””, spiega il consigliere che ricorda come “a rischio c’è una filiera tutta piacentina. Secondo quanto riportato dalla “Fondazione Qualivita”, i tre Salumi DOP Piacentini – coppa, salame e pancetta – sono un prodotto di alta qualità rappresentativo del ricco paniere dei prodotti tutelati dell’Emilia-Romagna che – nel comparto food – è la regione leader nazionale per valore economico generato dai prodotti DOP IGP grazie ad un valore alla produzione di 3.514 milioni di euro generato da 44 filiere DOP IGP e dal lavoro di 5.952 operatori (Dati Rapporto Ismea-Qualivita 2023)”.
Da qui l’atto ispettivo per sapere dalla giunta “quale strategia intenda mettere in campo per la messa in sicurezza del comparto suinicolo e della filiera dei salumi emiliano – romagnoli, partendo proprio da quella piacentina”.
(Luca Molinari)