Imprese lavoro e turismo

Sistema regionale più competitivo e innovativo grazie ai Clust-ER

Audizione nelle commissioni Politiche economiche e Statuto. Sì tratta di 11 realtà che rappresentano gra parte del Pil regionale e collaborano con i 12 tecnopoli esistenti lungo la via Emilia

Sistema regionale più competitivo e innovativo grazie ai Clust-ER, associazioni riconosciute alle quali si possono associare laboratori di ricerca industriale e centri per l’innovazione, imprese e start-up innovative, consorzi e reti di imprese, fondazioni ed enti di formazione, enti e istituzioni attivi nel campo dell’innovazione.

“I Clust-ER si inseriscono in una rete di alta tecnologia accreditata, a partire dai 12 tecnopoli presenti in Emilia-Romagna, con gli 11 cluster che ne supportano l’attività. Dobbiamo scegliere un perimetro, fare alleanza su tutta la progettazione europea e cogliere le opportunità. Importante la nascita del cluster sul turismo che rappresenta il 15% del Pil regionale. In questo modo siamo presenti su più filiere e l’innovazione è una strategia condivisa” ha spiegato il vicepresidente della giunta Vincenzo Colla in commissione Politiche economiche, presieduta da Luca Giovanni Quintavalla, riunita in seduta congiunta con la commissione Statuto, presieduta da Emma Petitti.

“I Clust-ER rappresentano un tratto distintivo della nostra Regione, sono reti di soggetti pubblici e privati che collaborano per migliorare la produttività” ha sottolineato Quintavalla prima di aprire il dibattito con i rappresentanti dei cluster attivi in Emilia-Romagna.

Ad aprire le audizioni il presidente del Clust-ER meccatronica (MECH) Angelo Pucci. “Rappresentiamo 154 soci, 105 aziende, da quelle più grandi alle piccole e medie imprese, fino alle start-up operative e 37 laboratori di ricerca che operano in sinergia con le università. Lavoriamo secondo un sistema di network, mettendo in contatto, attraverso gli eventi, imprese, centri di formazione e laboratori, per condividere progetti. Siamo orgogliosi di dire che abbiamo anche creato valore aggiunto per le nostre imprese per progetti innovativi europei”. Pucci sottolinea anche il forte interesse del Mech per il settore aerospaziale in espansione. “Vogliamo essere un ponte che collega le imprese emiliano-romagnole con l’Europa”, afferma Pucci nel ricordare “l’importanza cruciale delle competenze e della formazione senza le quali non si riesce a crescere”.

Elisabetta Bracci del Clust-ER Innovazione dei servizi, che promuove competitività imprenditoriale, ha sottolineato come “sia importante creare reti e incentivare l’innovazione mixando le competenze”. “Il nostro gruppo -ha aggiunto- è composto di 132 soci e tre gruppi di lavoro. Abbiamo dato vita a 15 progetti su scala regionale e 4 su scala nazionale. Tutti noi soci replichiamo in scala ridotta la filiera del valore che rappresentiamo. Ci stiamo aprendo anche a consorzi, associazioni no profit e a tutti i soggetti che creano innovazione. Stiamo lavorando a un laboratorio per disegnare scenari futuri di applicazioni dell’AI. Vogliamo puntare molto sul mondo dei talenti e della co-intelligenza, alla luce di come l’intelligenza artificiale sta cambiando il mondo del lavoro”.

Gabriele Longanesi, presidente del Clust-ER Agrifood evidenzia come “il cluster valorizzi il modello cooperativo del territorio, dando supporto ai soci, creando sinergie tra ricerca, imprese e formazione, sviluppando progetti strategici e avviando iniziative per l’incontro tra domanda e offerta”. “Contiamo ad oggi tra i soci 61 imprese, 25 laboratori di ricerca, 8 centri di innovazione e 7 enti di formazione – spiega -. In realtà, il riflesso diretto e indiretto è molto più ampio arrivando a coinvolgere circa 4mila soggetti economici”. Longanesi ha anche evidenziato l’impegno del Clust-Er Agrifood in progetti legati all’internazionalizzazione, allo sviluppo dell’economia circolare, del packaging primario e dell’alimentazione di qualità.

Andrea Guizzardi del Clust-ER Turismo ha ricordato: “Il nostro cluster è l’ultimo nato e da 6 soci fondatori oggi siamo a 53. Del nostro gruppo fanno parte anche tutte le università della regione e 8 enti di formazione accreditati. In due anni l’iniziativa principale è stata FastEr che ha portato a dialogare tutti i nostri soci puntando sulla transizione tecnologica delle imprese turistiche. Abbiamo realizzato venti progetti in due anni e uno vinto. Le prospettive future sono quelle di incentivare l’innovazione, soprattutto nelle imprese familiari. Più il cluster è attivo e più ha necessità di fondi: se si potesse ottenere flussi semestrali sarebbe più agevole”.

Francesco Leali, presidente del Clust-ER MunEr (settore automotive), sottolinea come “l’obiettivo principale del cluster è quello della formazione, quel terreno neutro che ci ha consentito di mettere allo stesso tavolo non solo filiere industriali ma anche competitor”. “Siamo partiti dalla formazione universitaria – prosegue Leali -, con l’organizzazione di tre corsi di ingegneria: meccanica, elettronica ed elettrica. Da qui, ed è questo l’insegnamento che le aziende ci hanno portato, abbiamo accolto l’intera filiera della formazione come un ‘unicum’, dalle scuole superiori all’università, fino a dare continuità nel mondo del lavoro, superando la distanza tra università e sistema industriale. Fra le preoccupazioni che evidenziamo oggi, c’è quella legata al calo demografico, all’equilibrio di genere ancora lontano dall’essere raggiunto in questo settore. C’è il tema dell’internazionalizzazione, di come attrarre talenti dall’estero, ma anche come consentire ai nostri talenti di fare esperienze all’estero e poi trattenerli sul nostro territorio”.

Rita Fabbri e Silvia Rossi del Clust-ER Edilizia hanno sottolineato “l’alta presenza femminile in un settore tipicamente maschile”. Hanno poi spiegato: “Abbiamo raggiunto quasi 120 soci che appartengono alla lunga e articolata filiera delle costruzioni, un pilastro dell’economia regionale. Quello delle costruzioni è un ambito di cui va mantenuta la competitività e che intercetta l’innovazione in ogni segmento della filiera. Ci siamo dati punti fermi, a partire dall’attenzione per i territori. Ci sono aree fragili, aree periferiche, ma anche grandi opportunità sui territori. Il nostro fiore all’occhiello è il lavoro sul territorio e con tutti i portatori di interesse. Questo ci permette di mettere in campo le nostre competenze e intervenire su ciò di cui il territorio ha bisogno”.

Carlo Pignataro (Big Data) sottolinea come “nel Tecnopolo di Bologna ci sia un supercomputer quasi unico. Sono i supercomputer che ci permettono di dare vita a nuove imprese e contribuire allo sviluppo dell’Italia”.

Sull’importanza dell’attività in rete delle imprese è concentrato anche l’intervento di Alberto Sogni (Green Tech) che ricorda come la sua esperienza imprenditoriale abbia realizzato un marchio senza scopo di lucro per valorizzare l’intero processo produttivo. Sulla stessa linea Simona Tondelli (Economia Urbana) che ha raccontato la sua attività, che punta a favorire all’accesso all’ecosistema regionale, a partire dal Terzo settore.

Soddisfazione per le esperienze ascoltate è stata espressa da Valentina Castaldini (FI) e Luca Sabattini (Pd). “Occorre procedere a una revisione di tutte le leggi regionali in materia, anche alla luce di quello che abbiamo ascoltato oggi”, spiega Castaldini, mentre Sabattini ricorda come “la Regione Emilia-Romagna ha messo insieme tutti i soggetti interessati visto che da sempre la cultura di impresa e il sostegno delle istituzioni a chi fa impresa fanno da sempre parte del tratto caratteristico di questa terra”.

(Brigida Miranda, Lucia Paci, Luca Molinari)

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