Il progetto del ‘Passante di mezzo’, nel bolognese, comprende anche una serie di opere addizionali che si innestano con assi viari già esistenti, tra cui il nodo interporto/Centergross, uno scalo commerciale tra i più importanti della regione, e, nell’ambito degli interventi di completamento della rete viaria, è compresa la realizzazione di una serie di nuove rotonde, tra cui il nodo di Funo, che modificherà l’accesso all’interporto/Centergross.
Lo segnala Galeazzo Bignami (Forza Italia) in un’interrogazione, dove specifica che il nodo di Funo consisterebbe nella nuova viabilità di collegamento tra la rotatoria del Segnatello e il polo funzionale Interporto/Centergross con relativa rotatoria e rampa di accesso. Il nodo di Funo, tuttavia, – rileva il consigliere – andrebbe ad impattare pesantemente su alcune proprietà costituite da terreni e fabbricati a uso residenziale, con ripercussioni economiche per i proprietari, ma provocherebbe anche disagi in chi risiede nella zona in termini di inquinamento acustico e ambientale: sul nodo di Funo, infatti, transiteranno circa 4.000 veicoli al giorno, la maggior parte pesanti. Di qui, la necessità che la Regione, insieme a Società Autostrade, al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e alla Città Metropolitana, affronti la questione della realizzazione di “barriere antifoniche”, con annessa pensilina acustica, per tutelare i residenti, ma sarebbe anche opportuno – sollecita il consigliere – che Società Autostrade trovasse una localizzazione alternativa per l’area del cantiere adibita a campo base e deposito materiali, che dovrebbe insediarsi, secondo segnalazioni pervenute, in terreni privati, seminativi e in prossimità delle abitazioni.
Bignami chiede inoltre alla Giunta di relazionare sull’impatto acustico e ambientale derivante dalla realizzazione del nodo di Funo e vuole sapere se in sede di VIA (Valutazione di impatto ambientale) ne sia stato tenuto in considerazione l’impatto.
Altra richiesta: che gli enti che hanno sottoscritto l’accordo per il ‘Passante di mezzo’ si attivino per istituire un fondo in modo da indennizzare (una volta provato e certificato il dolo) il proprietario dell’immobile che, a seguito della realizzazione dell’opera pubblica, veda compromesso il valore del proprio bene.
(Antonella Celletti)