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Infrastrutture. Bretella Campogalliano-Sassuolo, Zamboni (Europa Verde): progetto ha la Via?

Secondo la consigliera la Regione dovrebbe “evitare che l’emergenza Covid sia trasformata in un’occasione per far ripartire attività potenzialmente dannose per l’ambiente”

Il progetto del raccordo autostradale Campogalliano-Sassuolo è al centro di un’interrogazione di Silvia Zamboni (Europa Verde). La consigliera nell’atto spiega che ad oggi, il progetto non è stato ancora presentato ufficialmente nel dettaglio, né è disponibile in alcun modo” tanto che “il Comitato ‘No Bretella’ avrebbe sollevato il dubbio che non esista oppure che non abbia ottenuto il parere di ottemperanza dal ministero dell’Ambiente”. Da qui la richiesta della consigliera di capire “se la Regione sia a conoscenza dell’esito delle verifiche di competenza della Commissione per la Valutazione di impatto ambientale (Via)”. I cittadini residenti avrebbero anche ricevuto “un avviso di esproprio con termini perentori: un atto incompatibile con la situazione di lockdown a causa della difficoltà a esercitare i propri diritti da parte chi è destinatario di un tale provvedimento”, sottolinea Zamboni, ma “anche scorretto in mancanza di un progetto esecutivo”. La capogruppo, quindi, chiede come “la Regione intenda intervenire nei confronti di Autocs S.p.A. (soggetto proponente) e del MIT (concedente) per tutelare i diritti dei cittadini”. La consigliera sottolinea anche “la mancanza di trasparenza e informazione nella gestione della concessione sul progetto esecutivo” anche se, “Autocs S.p.A e Mit non avevano alcun obbligo di presentarlo alle amministrazioni locali e ai cittadini residenti nei comuni”. Al di là degli obblighi di legge, insiste Zamboni, “i Comuni e la cittadinanza dovrebbero essere coinvolti nella progettazione e nella realizzazione del raccordo”. “Le politiche sul trasporto merci nei paesi dell’Europa centrale puntano a favore di uno spostamento dalla gomma al ferro”, conclude la consigliera che chiede come la Regione intenda intervenire “per evitare che l’emergenza coronavirus sia trasformata – come in questo caso – in un’occasione per far ripartire attività potenzialmente dannose per l’ambiente in deroga a verifiche e controlli previsti dalla legge, e anche per evitare che tale emergenza diventi per i cittadini un ostacolo all’esercizio dei loro diritti di partecipazione e di controllo democratico”. “

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