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Infrastrutture. Facci (Lega): “strada di Camugnano ancora inutilizzabile dopo un anno”. Assessore Corsini: Due progetti a bando per manto stradale e sicurezza

Il consigliere ha presentato una risoluzione in Aula per la situazione della strada provinciale Badi-Rio Confini, nel bolognese, inagibile dopo una frana del novembre 2019

Il tema delle infrastrutture in Appennino torna in Aula. E ci torna con una interpellanza di Michele Facci (Lega) sulla strada Provinciale 43 Badi-Rio Confini, a Camugnano (Bologna), chiusa dopo una frana nel novembre 2019. Abbiamo una Regione che predica bene, annuncia lavori, finanziamenti e interventi su territori montani, poi la realtà è un’altra – sottolinea l’esponente leghista – e in un gioco di scaricabarile tra Regione ed enti intermedi non si sa chi deve fare che cosa e si lasciano i territori in balia si loro stessi”. Quella di Camugnano, spiega Facci, è “una strada non troppo trafficata ma importante per collegamento tra l’Alta Valle del Reno e la Toscana. Vorrei sapere se la Regione ritenga che le condizioni di chiusura siano in linea con gli standard qualitativi per le strade di montagna che la Regione intenderebbe garantire”. La risposta dell’assessore ai Trasporti Andrea Corsini non si fa attendere e spiega come “la Città metropolitana di Bologna ha lavorato tra fine dicembre e gennaio per rimuovere gli ostacoli che impedivano la circolazione ma i lavori non sono terminati per mancanza degli standard di sicurezza, dunque sono stati fatti rilievi e monitoraggi e sono stati elaborati due progetti per la riapertura della strada. Il primo – spiega l’esponente della Giunta -, per un importo di 85.400 euro per il ripristino del manto stradale, il secondo per 189mila euro finalizzato per stabilizzare il terreno. Il primo è già stato appaltato e i lavori saranno completati entro il mese di settembre. Il secondo progetto è ancora in fase di assegnazione”. Una replica, però, che poco soddisfa Facci, che rimarca come “dalla risposta si capisce che è stato invertito l’ordine delle priorità: prima si pensa al manto stradale, poi in un secondo momento si pensa alla messa in sicurezza, visto che il progetto deve ancora essere messo a bando. I territori pagano la disorganizzazione e l’accavallamento delle competenze”. “

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